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A L’EX PROCURATRICE IN CRIMEA
Il presidente russo Vladimir Putin ha licenziato in tronco la vice direttrice dell’agenzia di governo “Rossotrudnichestvo” Natalya Poklonskaya, diventata famosa in Russiam quando lavorava come ex Procuratrice delle autorità russe in Crimea. Era stata anche deputata alla Duma per un mandato.
Lo rende noto l’agenzia di stampa Tass spiegando che il decreto del Capo dello Stato è stato pubblicato sugli organi principali.
«Rimossa Poklonskaya Natalya Vladimirovna dalla carica di vice capo dell’Agenzia federale per la Comunità degli Stati indipendenti, i compatrioti che vivono all’estero e la cooperazione umanitaria internazionale», afferma laconico il documento.
Insomma la macchina della censura del Cremlino continua a pieno regime come nei primi giorni dell’invasione in Ucraina che videro il siluramento di decine e decine di giornalisti contrari alla guerra e l’allontanamento di maggiori corrispondenti dei media stranieri. Figuriamoci se la voce critica proviene da un membro di un’agenzia governativa.
Poklonskaya, ucraina naturalizzata russa era stata eletta nel 2016 in Parlamento con il partito di governo Russia Unita, e non ha mai espresso dubbi sulla linea dello zar Putin.
Invece a fine febbraio si era scagliata contro il clima guerresco che avvelena la società russa, contro la Z, dei militari russi diventata simbolo del sostegno alla guerra in Ucraina, dichiarando che quel simbolo rappresenta «tragedia e lutto per la Russia e l’Ucraina».
Aveva anche parlato dell’invasione russa dell’Ucraina come di «una catastrofe». Il mese scorso aveva incontrato le madri dei soldati di leva inviati a combattere in Ucraina raccogliendo le loro lamentele.
Insomma non un’opposizione politica al regime ma una una critica umanitaria della guerra che segnerà un’intera generazione di russi oltre che di ucraini.