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Pier Paolo Pasolini
«Alla luce di quanto sostenuto alla Camera e al Senato per i 50 anni dalla morte di Pier Paolo Pasolini, mi chiedo perché, se tutti gli schieramenti politici hanno espresso apprezzamento per la sua figura, non si attivino per accertare chi lo uccise e perché», ha dichiarato l’avvocato Stefano Maccioni in una nota diffusa a LaPresse.
Il penalista, che da quasi vent’anni si occupa del delitto di Ostia del 2 novembre 1975, torna a chiedere la riapertura delle indagini o, in alternativa, la costituzione di una Commissione parlamentare d’inchiesta.
«Dal 2008 ricerco la verità: tre DNA ancora senza identità»
Maccioni ricorda che il suo lavoro di ricerca, iniziato nel 2008, è stato riconosciuto anche da testate internazionali come il Financial Times e Le Monde. Dopo l’archiviazione del fascicolo nel 2015, l’avvocato ha presentato due nuove istanze di riapertura: la prima nel 2017, la seconda nel 2023, entrambe rimaste senza esito presso la Procura della Repubblica di Roma. «Sulla scena del crimine sono stati individuati ben tre DNA differenti», spiega Maccioni, «ma nessuno ha mai approfondito a chi appartenessero».
Lo spettacolo al Teatro Brancaccio: «Per riaccendere l’attenzione pubblica»
L’avvocato annuncia che il 1° dicembre, alle 21, sarà protagonista di uno spettacolo al Teatro Brancaccio di Roma, dedicato ai lati oscuri dell’omicidio Pasolini. Durante la serata verranno proiettati due video inediti e ricostruiti gli elementi rimasti nell’ombra del caso. «Mi auguro che questo evento contribuisca a riaccendere l’attenzione pubblica e politica, fino alla riapertura delle indagini», sottolinea Maccioni.
Un caso ancora irrisolto dopo mezzo secolo
A cinquant’anni dall’assassinio, l’omicidio di Pier Paolo Pasolini resta uno dei più controversi della storia italiana. L’unico condannato, Pino Pelosi (morto nel 2017), ha scontato la pena come unico responsabile, ma nel corso degli anni numerosi indizi, testimonianze e analisi genetiche hanno messo in dubbio la versione ufficiale, alimentando l’ipotesi di un delitto collettivo e di matrice politica.


