«Per la verità le mie ispezioni straordinarie si contano sulle dita di una mano. O poco più. È vero invece che ho annunciato ispezioni nei casi di fughe di notizie e di diffusioni di intercettazioni riservate, che per fortuna in questi mesi sono diminuite. Forse anche per effetto di questa deterrenza, che evidentemente funziona». Lo dichiara il ministro della Giustizia Carlo Nordio in un'intervista al Corriere della Sera. «Pensare però che un ministro che per 40 anni è stato un pm diventi un “castigamatti” dei suoi colleghi è quantomeno bizzarro», spiega l’ex procuratore aggiunto di Venezia.

Una di queste ispezioni però ha scatenato polemiche. «Di casi singoli non posso parlare», taglia corto. Come descrive i suoi rapporti con la magistratura? «Con pochi ex colleghi, pessimi. Con molti ottimi. Con tutti utili». «In generale - prosegue - con i vertici dell’Anm, che ho ricevuto più volte, i rapporti sono molto buoni dal punto di vista personale. Le idee sull’efficienza della giustizia, soprattutto quella civile, sono in gran parte coincidenti. Quelle su alcune riforme penali sono spesso diverse. Ma spero che troveremo un accordo».

Con la premier Meloni «siamo in sintonia perfetta e ci sentiamo regolarmente», assicura. Le voci di dimissioni? «Sono il riflesso pavloviano di chi teme le riforme che stiamo elaborando. In latino si dice putant quod cupiunt. In inglese è un wishing thinking. Non si illudano. Le riforme le faremo, come da cronoprogramma», dichiara.