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Nell’anno dello scoppio della pandemia l’Ordine degli avvocati di Fermo ha registrato la cancellazione dall’albo di 56 legali. Una tendenza che si è attenuata lo scorso anno ( le cancellazioni sono state 32). Attualmente il Coa presieduto da Stefano Chiodini conta 694 iscritti. Le avvocate prevalgono ( 350) rispetto ai colleghi maschi ( 344). Sono poco più di centocinquanta i praticanti.
«Ricordo - dice al Dubbio il presidente Chiodini - che negli anni del mio praticantato e in quelli immediatamente successivi all’ingresso a pieno titolo nel mondo dell’avvocatura il percorso era volto verso una progressiva conquista di competenze e responsabilità che andavano di pari passo con la soddisfazione economica.
Certamente, oggi, è tutto molto diverso. Le continue modifiche legislative, l’innalzamento delle spese per l’accesso alla giustizia, le note problematiche relative all’equo compenso, l’accesso, sempre più frequente, dei clienti al patrocinio a spese dello Stato, non facilitano la scelta dei giovani di intraprendere la professione di avvocato. Da presidente di un Foro di circa settecento iscritti, dove si tende a conoscere bene la realtà nella sua complessità, constato che i giovani che approdano alla professione sono sempre meno e ciò si nota sin dal tirocinio forense. Ciò che rilevo, tuttavia, è che chi decide di iscriversi all’albo è molto determinato e indossa la toga con orgoglio e fierezza».
Nel Foro di Fermo sono soprattutto le donne a lasciare la toga e a dare il loro contributo nella Pa con le competenze acquisite durante l’esperienza nell’avvocatura.
«Fa specie - evidenzia il numero uno del Coa fermano trovare dall’altra parte i colleghi e le colleghe vincitrici di concorso. Tuttavia, la Pubblica amministrazione potrà avvalersi di personale molto qualificato e il vantaggio sarà evidente per tutti gli operatori del sistema giustizia». Secondo l’avvocato Chiodini, la tendenza a guardare oltre i Tribunali e gli studi legali non è destinata a fermarsi: «Credo, tuttavia, che ci sarà una ripresa. Tutto è ciclico. Sta a noi, come categoria, trovare nuove risorse e nuovi slanci per far sì che dalle difficoltà nascano nuove opportunità».
Piccolo è bello. E anche a Fermo questa regola non viene scalfita a sentire il presidente del Consiglio dell’Ordine degli avvocati. «La tendenza degli avvocati del nostro Foro – prosegue Stefano Chiodini - è quella di lavorare in piccoli studi ma in stretta sinergia, riuscendo a garantire competenza e professionalità ai propri assistiti. Il Foro di Fermo tiene molto alla crescita professionale dei propri iscritti, è attento alle nuove generazioni e coinvolge tutti gli avvocati favorendo legami tra chi ha più esperienza e chi si affaccia alla professione. Le attuali difficoltà che affliggono la categoria, specialmente i più giovani, sono di sicuro legate al tessuto economico che è stato fortemente compromesso dapprima dalla crisi economica, dopo dal terremoto del 2016, dalla pandemia tuttora in corso nonché dall’inattesa guerra».
Un pensiero accorato Chiodini lo rivolge ai colleghi che si affacciano a una professione che sta cambiando anno dopo anno le proprie sembianze. «I giovani - commenta certamente sono quelli più vulnerabili ma allo stesso tempo indispensabili in una professione, che, tra le altre cose, pretende competenze sempre più tecnologiche dove tutto è digitale ed informatizzato. Sono preziosi e necessari e ci traghetteranno verso un futuro ricco di sfide ambiziose e nuove prospettive».
Il Coa di Fermo crede nella collaborazione tra tutti i protagonisti della giurisdizione. «Il sistema giustizia – sottolinea Chiodini - è una macchina molto complessa e per funzionare al meglio ha bisogno che tutte le varie componenti siano nella condizione di funzionare a pieno regime. Le problematiche di una delle componenti si ripercuotono inevitabilmente su tutto il sistema. L’avvocatura dovrà rimanere vigile ed il suo apporto sarà determinante, affinché tutto il comparto ne trovi giovamento».
Un’ultima riflessione il presidente del Coa di Fermo la rivolge all’organizzazione degli uffici giudiziari, dove il dialogo rappresenta il punto di forza. «Il Tribunale - conclude - soffre per la mancanza di personale di cancelleria, si stimano scoperture per circa il trenta per cento. Di contro, il dialogo tra l’Ordine degli avvocati, il dirigente amministrativo ed i vertici dell’ufficio giudiziario è sempre volto alla massima collaborazione. Il dialogo è sempre aperto e produce una proficua e condivisa collaborazione, ovviamente, nel rispetto dei ruoli e delle prerogative di ciascuna parte.
Ciò è emerso chiaramente nel periodo pandemico, durante il quale nella stesura dei vari provvedimenti c’è stata la massima condivisione delle linee che sono state emanate.
Ancora oggi, sono vari i progetti che si portano avanti in modo unitario con la stesura di protocolli che sono stati stilati ed in corso di studio nei vari ambiti d’interesse. Il Coa che presiedo è stato totalmente rinnovato nelle ultime elezioni del 2019 ed è costituito da un gruppo giovane, dinamico e coeso che è riuscito a portare avanti con determinazione, spirito di sacrificio e vigore molte iniziative e progettualità nonostante il periodo pandemico. Ringrazio ciascuno di loro per l’impegno, per l’attaccamento alla professione e per la ventata di freschezza che hanno portato al nostro Ordine».
STEFANO CHIODINI, PRESIDENTE DEL COA DI FERMO