Di fronte allo scambio di punti “irrinunciabili” tra Pd e M5S, che testimoniano la voglia di confronto anche se, all’apparenza, può apparire un dialogo tra sordi, il capo dello Stato sta agli atti: se i due partiti tentano di trovare «un’intesa» hanno cinque giorni «per sviluppare un confronto». Sergio Mattarella chiede decisioni «chiare» e «in tempi brevi» : un grande paese come l’Italia, in questo contesto internazionale, deve dare subito delle risposte alla crisi politica per il bene dei cittadini che hanno diritto ad essere governati.

L’alleanza – avverte – dovrà avere la fiducia del Parlamento su un programma definito se si propone di governare . Altrimenti non ci sarà altra soluzione che andare alle elezioni. Non è una decisione facile – ha spiegato il presidente – sciogliere il Parlamento, la legislatura dovrebbe durare cinque anni e non soltanto uno. Ma se le Camere non trovano una maggioranza non esistono percorsi alternativi e il Quirinale non avrebbe più scelta.

Mattarella non nomina M5s e Pd ma li definisce «alcuni partiti politici» che hanno espresso la volontà di confrontarsi. «Anche da parte di altre forze politiche è stata espressa la possibilità di ulteriori verifiche. Il presidente della Repubblica ha il dovere - ineludibile - di non precludere l’espressione di volontà maggioritaria del Parlamento», «Svolgerò nuove consultazioni che inizieranno nella giornata di martedì prossimo per trarre le conclusioni e assumere le decisioni necessarie». E’ un tempo breve che dovrà concludersi con un incarico, è quanto fa capire il capo dello Stato. Dunque non ci sarà tempo per tergiversare. Martedì inizierà un nuovo intero giro di consultazioni ma entro mercoledì sarà finito e lì Mattarella tirerà le somme. Un nome dovrà uscire fuori, se il programma sarà, si spera, concordato.