Nuovo processo per l’ex avvocato esterno dell’Eni Piero Amara. Il gup milanese Guido Salvini ne ha disposto ieri il rinvio a giudizio per calunnia nei confronti delle 65 persone che avrebbero fatto parte della loggia Ungheria.

Il sodalizio di tipo paramassonico, secondo Amara, era composto da alti magistrati, generali, comandanti dell’Arma dei carabinieri e della Guardia di finanza, stimati professionisti. I nomi degli appartenenti a tale loggia vennero fatti davanti ai pm Laura Pedio e Paolo Storari alla fine del 2019.

Storari, che avrebbe voluto approfondire, si era però subito scontrato con l’inerzia dei suoi capi. Amara in quel periodo era il principale teste d’accusa contro i vertici dell’Eni, poi tutti assolti con formula piena, e non poteva rischiare l’accusa di calunnia.

Il pm, allora, cercò una sponda con l’ex collega Piercamillo Davigo, in quel momento componente del Csm. Rassicurato da quest’ultimo che non sarebbe andato incontro ad alcuna conseguenza, Storari gli consegnò i verbali. I due magistrati verranno poi indagati per rivelazione del segreto d’ufficio. Assolto Storari, Davigo sarà invece condannato.

Salvini, inoltre, ha disposto la trasmissione degli atti alla Procura affinché indaghi su asseriti favori resi all'ex procuratore di Perugia Luigi De Ficchy, e sulla presunta influenza di Amara sulle nomine dei magistrati Lucia Lotti alla Procura di Gela e di Francesco Saluzzo a procuratore generale di Torino. Oltre ad indagare sui tre, Salvini ha chiesto «l'eventuale elenco degli aderenti» alla loggia “che si troverebbe a Dubai” e che nessuno ha mai trovato.

Lo scorso settembre il gip di Perugia, Angela Avila, archiviando su richiesta del Procuratore Raffaele Cantone l'inchiesta sull'esistenza della loggia massonica, aveva sottolineato una influenza da parte di Amara sulle nomine di “almeno tre magistrati” e che sarebbero gli stessi Saluzzo, Lotti oltre all'ex procuratore di Trani e Taranto Carlo Maria Capristo, attualmente a processo per corruzione in atti giudiziari a Potenza.

Resta da capire, dunque, se Ungheria sia la continuazione della loggia P2 di Licio Gelli o, più banalmente “espressione/ estensione” del ben noto sistema “Palamara”. Assolto l’altro imputato, il socio d’affari Giuseppe Calafiore, accusato di autocalunnia. Il processo inizierà il prossimo 2 febbraio davanti alla settima sezione penale.