Gentile Direttore, l’onorevole Salvini viene mandato a processo dai suoi colleghi del Senato per un delitto che non ha commesso. Il sequestro di persona si configura quando a una persona si toglie la libertà di agire, non è quindi il caso in esame. Salvini, in qualità di ministro, si è limitato a bloccare per qualche giorno lo sbarco degli immigrati ma non ha impedito che la nave umanitaria trovasse accoglienza altrove, a Malta per esempio o in Spagna dove pareva fosse inizialmente diretta. È come se uno sconosciuto volesse entrare a casa mia e, al mio rifiuto, minacciasse di denunciarmi per sequestro di persona. Non è ridicolo? In realtà gli immigrati, raccolti dalle navi umanitarie, potevano accettare le misure di controllo, eseguite le quali sarebbero sbarcati, oppure decidere di trovare fortuna e accoglienza altrove. Si deve tener conto che la stragrande maggioranza degli immigrati raccolta, in acque internazionali, dalle navi umanitarie è costituita da clandestini, per non meno del 90 per cento. I profughi sono quelli che scappano dai teatri di guerra e che, per legge, hanno il diritto di essere accolti. I clandestini possono essere accolti per ragioni umanitarie ma ciò che per noi può essere considerato un dovere morale, religioso, non può diventare per loro un diritto. Giacomo Robusti, Napoli