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Una recente pronuncia della Corte di Cassazione (n. 20532/2023), ha ribadito il ruolo della consulenza tecnica d'ufficio nel processo legale, ma ha anche sottolineato la funzione cruciale del giudice nell'esaminare e valutare criticamente le conclusioni fornite dal consulente tecnico.
II caso in questione riguarda una controversia relativa a una richiesta di risarcimento presentata contro un consulente tecnico d'ufficio, in cui si sostiene la presunta responsabilità professionale di quest'ultimo in merito alla consulenza tecnica prestata in un altro procedimento concernente un incidente stradale. Il ricorrente, nell'intento di dimostrare l'inesattezza professionale del consulente, ha argomentato che il Ctu ha erroneamente escluso l'elemento di causalità tra un trauma subito nell'incidente e alcune lesioni, portando a una valutazione del danno inferiore rispetto a quanto effettivamente subito.
La Corte di Appello di Roma ha respinto l'appello contro la sentenza del Tribunale, che a sua volta aveva rigettato la richiesta risarcitoria. La questione centrale sollevata nel ricorso in Cassazione verte sulla responsabilità del consulente tecnico d'ufficio nel fornire conclusioni accurate e attendibili. La sentenza, nel ribadire il ruolo pubblico svolto dalla Ctu all'interno del processo legale, ha sottolineato che il giudice è tenuto a valutare l'attendibilità intrinseca del parere del Ctu, senza accettarlo acriticamente. Questo principio si fonda sulla considerazione che il Ctu, sebbene non svolga funzioni giudiziarie in senso tipico, agisce come ausiliare del giudice nell'interesse generale e superiore della giustizia. Inoltre è soggetto a responsabilità penale, disciplinare e civile per l'attività svolta e ha l'obbligo di risarcire i danni causati in violazione dei doveri connessi all'ufficio.
La Corte ha richiamato precedenti sentenze, ribadendo che la diligenza nell'esecuzione delle indagini affidate al Ctu è un preciso obbligo, fondamentale affinché il parere dell'ausiliario sia meritevole di considerazione da parte del giudice. Tuttavia, questa diligenza rappresenta solo il presupposto necessario per la valutazione del giudice. Spetta al giudice, infatti, valutare l'attendibilità intrinseca del parere alla luce delle specifiche censure sollevate dalla parte interessata.
Nel caso in questione, la Corte d'Appello aveva adeguatamente valutato il parere del Ctu e ne aveva accettato le conclusioni in modo consapevole e ragionato. Questa adesione, basata su un riesame critico e attento dei passaggi giustificativi, aveva eliminato la possibilità di errori commessi dall'ausiliario nelle indagini. Di conseguenza, il ricorso è stato giudicato inammissibile.