La Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio la sentenza con cui, il 21 marzo scorso, la Corte d'Appello di Milano aveva disposto l'estradizione dell'imprenditore russo Artem Uss negli Stati Uniti. Gli ermellini hanno inoltre ordinato la revoca della misura cautelare nei suoi confronti. E' quanto apprende l'AGI da fonti qualificate. Una delle conseguenze 'pratiche' di questa decisione è che se, in un'ipotesi improbabile, dovesse tornare in Italia non sarebbe più arrestato.

I giudici della Suprema Corte hanno chiesto al Ministero degli Esteri dove si trovi il figlio del governatore siberiano accusato, tra le altre cose, di contrabbando di petrolio venezuelano, e la risposta, dopo gli accertamenti dell'Interpol, è che risiede in Russia. A questo punto, la procedura per l'estradizione è “caduta” per assenza dell'estradando dal territorio dello Stato italiano. Il provvedimento degli ermellini viene comunicato in queste ore anche al ministero degli Esteri, oltre che al Procuratore generale della Cassazione e alla Corte d'Appello di Milano.

Uss era stato fermato all'aeroporto di Malpensa il 17 ottobre 2022 mentre si stava imbarcando per Istanbul e arrestato sulla base di un mandato di arresto internazionale emesso dalle autorità giudiziarie di New York. Il 25 novembre del 2022 la Corte d'Appello di Milano gli aveva concesso i domiciliari col braccialetto elettronico a Basiglio, in provincia di Milano. Il 21 marzo del 2023 la Corte d'Appello aveva deciso di autorizzare l'estradizione di Uss negli Stati Uniti. Il giorno dopo, però, era evaso dai domiciliari. Ne era nata una polemica tra il ministero della Giustizia Carlo Nordio e i magistrati, poi rientrata. La difesa di Uss aveva impugnato la decisione della Corte d'Appello in relazione ai reati di frode bancaria e del contrabbando del petrolio dal Venezuela.