Un mistero di cui forse dovrà occuparsi anche il nuovo Papa. Una storia di serie b, raccontata sempre e solo in funzione di un’altra. Ma Mirella Gregori non è solo “l’altra Emanuela Orlandi”. Italian girl, disponibile da oggi su Storytel (clicca qui per ascoltarlo), è il podcast che rovescerà il paradigma, trasformando il lato b nel lato a.

Un’inchiesta in 5 puntate da almeno 30 minuti ciascuna, che indaga sulla scomparsa della quindicenne romana attraverso documenti, perizie foniche e testimonianze inedite. Come quelle di Sonia De Vito (la migliore amica di Mirella, a lungo indagata per reticenza) e di suo marito Fabio De Rosa, entrambi alla loro prima intervista in 42 anni; o quella della donna che secondo Marco Accetti - il fotografo che dal 2013 si autoaccusa dei sequestri Orlandi e Gregori - avrebbe dovuto essere rapita al posto di Mirella.

La storia

7 maggio 1983. A via Nomentana 91, nel cuore di Roma, suona un campanello. A rispondere è Mirella Gregori, 16 anni ancora da compiere, figlia minore di Vittoria Arzenton e Paolo Gregori. All’inizio la ragazza sembra non riconoscere il suo interlocutore. Poi dice alla madre che è Alessandro De Luca, un suo compagno di classe delle medie, con cui sostiene di avere un appuntamento al monumento del bersagliere di Porta Pia. Mirella esce di casa poco prima delle 15 e 30, non tornerà più.

Seguono decenni di indagini, depistaggi, nuove piste e colpi di scena. I terroristi turchi che dicono di avere in mano Emanuela Orlandi e Mirella Gregori, l’Amerikano (l’uomo con accento inglese che telefona a entrambe le famiglie), la “tratta delle bianche”, il presunto coinvolgimento del Vaticano e della banda della Magliana, i silenzi di un prete e di un ex gendarme del Papa. I due casi vengono legati a doppio filo, senza che ci sia alcuna prova concreta che lo siano davvero.

Nel 1997 la giudice Adele Rando archivia il primo processo, parlando però di “accostamento strumentale al caso Orlandi”. Accostamento che torna di moda nel 2013, quando il fotografo Marco Fassoni Accetti si autoaccusa di entrambi i sequestri. Dice di essere l’Americano, e alcune perizie sembrano confermarlo. Ma nonostante i “numerosi ed inquietanti riscontri” sulle sue dichiarazioni riscontrati dall’allora procuratore aggiunto di Roma Giancarlo Capaldo non viene mai processato, così come gli altri indagati della seconda inchiesta archiviata nel 2015.

Nel 2016 l’ennesimo colpo di scena. Il giornalista Tommaso Nelli pubblica un appunto del Sisde datato 31 ottobre 1983, in cui viene trascritta una conversazione origliata al bar Italia (quello gestito dalla famiglia De Vito), dove Mirella e Sonia si incontravano quasi ogni giorno: “Lui ci conosceva, contrariamente a noi che non lo conoscevamo. Come ha preso Mirella poteva prendere anche me”, dice Sonia e una commessa di una profumeria nei paraggi. Secondo Nelli queste parole farebbero intendere che la migliore amica di Mirella conoscesse il rapitore.

I protagonisti

In Italian Girl De Vito risponde anche a queste accuse. Assieme alla sua si alternano le voci di Maria Antonietta Gregori (sorella di Mirella), di giornalisti e scrittori esperti del caso come lo stesso Nelli e Fabio Rossi, di magistrati e parlamentari che hanno indagato o stanno indagando sulla scomparsa come Ilario Martella, Giancarlo Capaldo, Andrea De Priamo, Roberto Morassut e Stefania Ascari. E poi gli amici di Mirella e di Alessandro De Luca (che ha invece preferito il silenzio), e la rivelazione dell’ex cameriere Giuseppe Calì: tra i clienti del bar Italia c’era anche Enrico De Pedis, il boss della banda della Magliana.

L’autore

Gabriele D’Angelo, 31 anni, è un giornalista d’inchiesta freelance. Ha lavorato con Rai 3, La7, Il Fatto Quotidiano, Internazionale, L’essenziale, Repubblica, Huffpost e tante altre testate locali e nazionali. Ha coordinato Dossier, il team di giornalismo investigativo di RomaToday. Italian Girl è il suo primo podcast d’inchiesta.