«Se da magistrato ho la percezione che la giustizia nello Stato che chiede la consegna di un detenuto sia in qualche modo strumento della politica, non posso che oppormi. E lo faccio chiedendo che un detenuto non venga consegnato». Così il sostituto procuratore generale di Milano Cuno Tarfusser in un'intervista a 'Repubblica' spiega perché si è opposto alla richiesta di consegna all'Ungheria di Gabriele Marchesi, 23enne accusato di violenze nel corso di una manifestazione neonazista a Budapest l'11 febbraio scorso, insieme alla connazionale di 39 anni Ilaria Salis, che da quel giorno è detenuta in un carcere di massima sicurezza.

«Quello che mi ha portato a dire no è la sproporzione tra la relativa modestia dei fatti contestati e l'enormità della sanzione prospettata. Un fatto che dimostra la trasformazione dell'Ungheria da stato liberale a stato in cui la situazione giudiziaria e l'indipendenza della giustizia dal potere politico è sempre più compromessa», spiega ancora il pg, ricordando come «del resto la stessa Unione europea continua a censurare quel Paese dal punto di vista dell'indipendenza della magistratura dal governo».