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«Ho deciso io di accompagnarla. Lei tentennava: l'ho fatta per amore di mia madre, della sua libertà e di me stesso, perché un domani potrei avere la stessa esigenza». A parlare è Vittorio Parpaglioni, figlio della regista e attrice romana Sibilla Barbieri morta martedì scorso in Svizzera. Malata oncologica da dieci anni, la donna si è autosomministrata il farmaco all’estero dopo il rifiuto della Asl romana alla sua richiesta di accedere al suicidio assistito: per l’azienda sanitaria non aveva i requisiti previsti dalla Consulta.
“Sono stati giorni di grande sofferenza. Nonostante questo mia madre era una donna decisa e determinata fino all'ultimo, una donna libera che non ha tentennato. Libera fino alla fine e con i suoi sguardi ci ha dato sempre una mano fino alla fine, è stata madre fino all'ultimo: non ha mai pesato su di noi”, ha aggiunto Parpaglioni nel corso di un punto stampa all'associazione Luca Coscioni, dopo essersi denunciato dai carabinieri insieme a Marco Cappato e Marco Perduca. “Arrivati in clinica non avevamo più bisogno di parlare - racconta commosso il figlio dell'attrice -. Le sono grato per avermi concesso di essere reale, vero e determinato fino all'ultimo”.
Come spiega la legale e segretario nazionale dell'Associazione Soccorso Civile Filomena Gallo, la famiglia ha presentato due esposti contro la Asl Roma 1: dalla sorella e dalla mamma di Sibilla e l'altro dai figli, «affinché la magistratura rilevi i reati che per noi sono violenza privata, tortura e omissione di atti d'ufficio». «Questa situazione è diretta conseguenza dall'ignavia del legislatore italiano che, quando ha provato a fare qualcosa, lo ha fatto con una cattiva proposta di legge», ha commentato Gallo.
«La vita e la lotta di Sibilla dimostra che non c'è lotta tra chi vuole vivere e chi vuole morire. Sibilla Barbieri aveva diritto di ottenere l'aiuto alla morte volontaria legalmente in Italia: la dipendenza dal respiratore è la stessa che aveva DjFabo. Quindi negare quel diritto, perché era questione di ore, perché il tumore le stava per intaccare anche le capacità cognitive, c'era dunque urgenza: su Sibilla c'è stata violenza di Stato. La stessa che hanno dovuto subire anche la famiglia e il figlio», ha tuonato Marco Cappato. «O Rocca accerta cosa è accaduto oppure rassegna le sue dimissioni – ha aggiunto -. Spero che non fosse informato e coinvolto».
Domani anche il Senatore Ivan Scalfarotto e Luigi Manconi, già senatore e Presidente della Commissione Diritti umani, e l’Onorevole Riccardo Magi informeranno le forze dell’ordine dell’aiuto fornito all’organizzazione dell’accompagnamento in Svizzera di Sibilla Barbieri. Con loro anche Marco Cappato e Filomena Gallo. Dopo essere andati in caserma per esporre i fatti, Manconi, Scalfarotto, Magi, Cappato e Gallo terranno una conferenza stampa presso la sala stampa della Camera dei Deputati, alle ore 14.30.