La Giunta per le autorizzazioni ha negato al Consiglio Superiore della Magistratura il consenso all’utilizzo delle intercettazioni relative all’ex deputato, nonché magistrato, Cosimo Maria Ferri, coinvolto a suo tempo nella vicenda dell’Hotel Champagne di Roma, assieme all’ex pm Luca Palamara.

A proporre il “no” ai colleghi era stato il forzista Pietro Pittalis. Secondo il parlamentare azzurro, il Csm non avrebbe, in primo luogo, fornito adeguata motivazione circa l'effettiva «necessità» di utilizzare le intercettazioni. Dalla stessa richiesta avanzata da Palazzo dei Marescialli, infatti, emerge come le incolpazioni si basino «anche su altri elementi di prova». Il che significa, spiegava Pittalis, che quelle captazioni non rappresentano «una fonte probatoria assolutamente indefettibile nel procedimento in corso». In secondo luogo, nella richiesta del Csm «non sembra per nulla compiuto quel bilanciamento degli interessi costituzionali in gioco auspicato dalla Consulta anche nell'ottica della leale collaborazione tra poteri».