MASSIMILIANO DI PACE Masi: «Dai nuovi parametri forensi più valore al tempo dell’avvocato»

Il vicepresidente del Cnf Francesco Greco: «Con le modifiche che sono state apportate al testo, il giudice non potrà più ridurre arbitrariamente il compenso del difensore »

MASSIMILIANO DI PACE

«Iparametri forensi rappresentano un motivo di soddisfazione per l’avvocatura: è un dossier sul quale il Cnf ha lavorato con impegno e a lungo. E sebbene costituiscano solo un piccolo contributo per il miglioramento della performance economica della professione legale, i nuovi parametri vanno considerati come un altro passo in avanti nella giusta direzione, come sarà in futuro anche la nuova disciplina sull’equo compenso».

È questo in sintesi il giudizio di Maria Masi, presidente del Cnf, sul nuovo sistema “tariffario” previsto dal decreto della ministra della Giustizia 147/ 2022 ( illustrato ieri su queste pagine) che entra in vigore il 23 ottobre prossimo.

Al di là della percentuale di rivalutazione degli importi previsti dai precedenti parametri forensi, contenuti nel Dm Giustizia 55/ 2014, che è stata di circa il 5%, in quanto stabilita prima dell’esplosione dell’inflazione che ha avuto luogo negli ultimi mesi, c’è un aspetto delle nuove tabelle che la massima carica dell’avvocatura ritiene fondamentale: «Le modifiche apportate allo schema tariffario precedente – afferma Masi – intendono riconoscere un principio molto importante, ossia che il tempo che il professionista dedica ai propri clienti, per la loro tutela, ha un valore, ed è giusto che questo venga riconosciuto, come appunto i nuovi parametri consentono di fare».

È il caso di sottolineare che il nuovo sistema di parametri forensi sarà impiegato sostanzialmente dai Tribunali quando dovranno decidere in determinate situazioni il compenso da riconoscere all’avvocato, come ricorda Francesco Greco, vicepresidente del Cnf e coordinatore della commissione su Compensi e concorrenza: «I parametri forensi non dovrebbero impattare nei rapporti tra professionista e cliente, almeno quando le due parti liberamente concordano la remunerazione da riconoscere al primo per l’attività svolta: precisato questo, va detto che la nuova formulazione del Dm Giustizia 55/ 2014, come modificata dal Dm Giustizia 147/ 2022, dovrebbe ridurre sensibilmente la libertà di cui hanno finora goduto i magistrati al momento di decidere il compenso dell’avvocato, libertà che si estrinsecava nell’attribuire molto spesso compensi inferiori a quelli dei parametri, in quanto l’espressione di regola, contenuta nelle disposizioni relative alla quantificazione dei compensi, veniva interpretata dai giudici all’incontrario. Ora, essendo stata eliminata tale espressione, ci si attende che la magistratura sia più rispettosa dei valori riportati in un testo inserito in un decreto ministeriale, e che dovrebbero essere pienamente applicati, salvo specifica motivazione». Un aspetto che potrebbe sembrare controverso è l’applicazione dei nuovi parametri anche alle prestazioni in corso, ossia quelle che si esauriscono dopo il 23 ottobre, come discende dalla lettura dell’articolo 6 del Dm Giustizia 147/ 2022. «In realtà – continua Greco – non è la prima volta che ha luogo l’applicazione di un nuovo sistema di valorizzazione economica delle prestazioni professionali a quelle in corso, essendo già successo con le vecchie tariffe, e validato ampiamente dalla giurisprudenza degli ultimi 40 anni».

Una delle novità principali del nuovo regime di parametri forensi è, come ricordato da Masi, la possibilità di applicare tariffe orarie, che vanno da 200 a 500 euro l’ora. «Premesso che questi valori sono frutto di una ricerca di mercato a livello europeo – precisa il vicepresidente del Cnf Greco – l’introduzione di questo metodo alternativo di remunerazione dell’attività dell’avvocato si spiega perché gli avvocati sono sempre più spesso chiamati a partecipare, nell’interesse dei propri clienti, ad assemblee, come quelle societarie, o a incontri, come può succedere con un notaio per questioni ereditarie, e quindi in tali circostanze, in mancanza di un preciso accordo con il cliente, la tariffa oraria potrebbe rappresentare la soluzione, fermo restando che l’avvocato, in uno spirito di correttezza con il cliente, dovrebbe adottare un metodo che consenta di contabilizzare il tempo dedicato, come può essere una verbalizzazione della partecipazione ad un incontro». Il fatto che fra le tabelle contenenti i parametri forensi ve ne sia una specifica per le prestazioni di assistenza stragiudiziale ( la 25) è indicativo di come la stessa professione dell’avvocato si stia evolvendo, come conferma la presidente del Cnf Maria Masi: «La nostra professione sta cambiando, ed emergono sempre più spesso nuovi profili, come quello del mediatore, e nuove attività di natura stragiudiziale, anche in conseguenza di riforme legislative, e questo dovrebbe spingere i professionisti a puntare sempre di più verso la specializzazione, per aumentare la competitività della propria offerta professionale, così da contrastare, da una parte, il calo delle attività tradizionali, ossia di gestione dei contenziosi tramite i ricorsi alla giustizia, e dall’altro, un aumento dei costi, che negli ultimi tempi si sono fatti sempre meno sostenibili» .