Il futuro si avvicina a grandi passi. Il tema dell’intelligenza artificiale ha ripercussioni dirette anche nell’ambito giudiziario, come più volte rilevato dall’avvocatura. Richiede quindi di essere affrontato con cognizione di causa e per questo motivo il legislatore cerca di attrezzarsi al meglio.

Nell’ufficio di presidenza della commissione Giustizia del Senato è stato dato il via libera all’indagine conoscitiva sull’IA richiesta dai senatori del Pd Alfredo Bazoli, Anna Rossomando, Franco Mirabelli e Walter Verini. «Siamo soddisfatti – affermano gli esponenti dem – per la decisione della commissione Giustizia, che ha accolto la nostra richiesta di deliberare una indagine conoscitiva sul tema dell’uso dell’intelligenza artificiale nella giurisdizione. Questa indagine consentirà al Senato di acquisire informazioni e conoscenza sull'uso di una tecnologia che diventerà sempre più pervasiva e che soprattutto nel campo della tutela dei diritti presenta opportunità e rischi parimenti rilevanti. Indagine, dunque, necessaria su una questione su cui il legislatore nei prossimi anni dovrà certamente intervenire».

Analogo il parere del senatore e capogruppo di Forza Italia in commissione Giustizia a Palazzo Madama, Pierantonio Zanettin, il quale evidenzia che «l’indagine conoscitiva sull'intelligenza artificiale, deliberata nell'ufficio di presidenza della commissione Giustizia del Senato, è una straordinaria occasione per approfondire rischi e opportunità di questa nuova tecnologia in ambito giudiziario». Conoscere le ripercussioni della IA è un’esigenza dettata dagli scenari destinati a mutare nel giro di poco tempo. «Ho sollecitato questa iniziativa – aggiunge Zanettin – nella convinzione che il legislatore nazionale non possa restare indifferente ad un sorprendente progresso tecnologico che nei prossimi anni cambierà la vita di tutti noi».

Il senatore Alfredo Bazoli evidenzia la necessità di farsi trovare pronti sul fronte legislativo. «L’IA – dice al Dubbio – è una novità tecnologica con la quale dovremo fare i conti in tutti gli ambiti della nostra vita, compresi il diritto e la giurisdizione. L’intelligenza artificiale avrà un impatto rilevante che può portare opportunità, ma anche rischi. Prima o poi il legislatore sarà chiamato a decidere su come regolamentare le nuove tecnologie. Ecco perché non dobbiamo farci trovare impreparati». Le innovazioni riguarderanno inevitabilmente il lavoro dei giuristi. «Nel campo della giustizia – spiega Bazoli – ci sono tante opportunità in riferimento alle verifiche e alla elaborazione dei dati. Ci sono molte opportunità che possono garantire maggiore efficienza nell’organizzazione del lavoro degli avvocati e dei giudici. Ci sono già applicazioni che stanno portando all’apertura di tanti quesiti. La giustizia predittiva è un tema delicatissimo da maneggiare con cura. Negli Stati Uniti si fa uso di uno strumento di IA in grado di stimare le probabilità di recidiva dell’autore di un reato e per l’applicazione delle misure cautelari. Se si va in questa direzione, si rischia di limitare il giudizio umano, quindi il ruolo del giudice. Si rischia altresì di attribuire all’algoritmo un ruolo di decisore finale, emarginando o penalizzando l’attività dell’avvocato». Il viceministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto ha rivelato, in occasione del quinto congresso nazionale degli amministratori giudiziari, che si stanno svolgendo alcuni tentativi per applicare l’intelligenza artificiale nell’ambito dei beni sequestrati e confiscati. Secondo Sisto, il giurista continuerà comunque a conservare la sua centralità, dato che ragiona «sulle norme e sui fatti e deve mettere tutta la sua coscienza, cultura, capacità e sensibilità».

A riprova dell’attenzione rivolta all’Intelligenza artificiale da parte dell’avvocatura vi è il tavolo istituzionale del Coa di Milano, nato lo scorso luglio durante la prima edizione di “Talk to the future week”. Qualche settimana fa è partito un corso dedicato all’IA. A questa iniziativa si affiancano un podcast e un canale Telegram. Si tratta di una sperimentazione dei sistemi di intelligenza artificiale generativa con il coinvolgimento di un centinaio di avvocati del Foro milanese. È inoltre prevista una pubblicazione che sarà presentata alla prossima edizione di “Talk to the future week”, in programma nel capoluogo lombardo dal 6 al 10 maggio 2024. «Sono queste – commenta il presidente dell’Ordine degli avvocati di Milano, Antonino La Lumia – le più importanti novità di un gruppo di lavoro che annovera esperti di primissimo piano».