L’INCHIESTA

Per documentare i crimini, in funzione un’app e un portale. Il Coa di Roma si è attivato per individuare i professionisti che forniranno assistenza legale ai rifugiati

Gli attacchi sempre più devastanti, prologo dell’occupazione di Kiev, non scoraggiano gli avvocati. Alcuni di loro, come riferito dalle due donne al vertice dell’avvocatura ucraina, Lidiya Izovitova, presidente dell’Unba ( Ukrainian national bar association) e Anna Ogrenchuk, presidente dell’Uba ( Ukrainian bar association), si sono arruolati nelle «Squadre di difesa territoriale». Altri professionisti sono impegnati, dopo l’attivazione di una linea telefonica dedicata, a fornire assistenza legale ai cittadini che intendono lasciare il Paese con i figli minori o che vogliono proteggere le loro proprietà. I legali ucraini hanno effettuato una raccolta fondi da destinare ai colleghi in difficoltà e alle forze armate. «La Fondazione dell’Unba spiega Lidya Izovitova - sta raccogliendo fondi da destinare ai colleghi che ne hanno più bisogno, compresi quelli che hanno perso la casa, sono stati feriti, non hanno mezzi per sussistenza, non possono comprare cibo, medicine e altri beni di prima necessità. Inoltre, i colleghi più giovani si stanno distinguendo per la loro attenzione e generosità nel sostenere i colleghi anziani, soprattutto quelli single, quelli che non hanno figli e non possono comprare medicine e cibo». L’Uba, dal canto suo, ha promosso su change. org una petizione per difendere lo stato di diritto ed istituire «un Tribunale speciale per il perseguimento del crimine di aggressione ai danni dell'Ucraina da parte della Federazione Russa e della Repubblica di Bielorussia e dei loro sostenitori» . Molti avvocati, inoltre, stanno collaborando con l'ufficio del Procuratore generale dell’Ucraina per raccogliere le prove dei crimini di guerra e dei crimini contro l'umanità, in vista dei procedimenti dinanzi alla Corte penale internazionale e agli altri organismi giudiziari internazionali. Per fare questo può essere utilizzata un’app, “eyeWitness to Atrocities”, scaricabile su Google Play. L’applicazione dal nome inequivocabile (“Testimone oculare delle atrocità”) è stata già usata per documentare le violenze nella Repubblica Democratica del Congo, le violazioni dei diritti umani in Medio Oriente e per raccogliere le prove dei crimini nei territori temporaneamente occupati delle regioni di Donetsk e Lugansk. Attraverso lo smartphone avvocati, attivisti delle organizzazioni per i diritti umani, investigatori e giornalisti possono documentare con fotografie o video le violenze nelle zone di guerra e mettere a disposizione dell’autorità giudiziaria internazionale i file in un apposito archivio.

Anche la Procura generale dell’Ucraina si è attivata su questo versante e ha creato un sito internet ( www. warcrimes. gov. ua) per mettere da parte le prove dei crimini di guerra e dei crimini contro l’umanità ai danni dei cittadini ucraini. «Stiamo raccogliendo - ha detto la Procuratrice generale Iryna Venediktova alla presentazione del portale - le prove della barbara aggressione della Federazione Russa e dei suoi crimini di guerra. Per ognuno di noi la giusta punizione del nemico è importante quanto la vittoria. Puntiamo a raccogliere in maniera responsabile e competente il maggior numero di prove da inviare successivamente alla Corte penale internazionale dell'Aia. Queste prove saranno utilizzate anche dal ministero degli Affari esteri presso la Corte internazionale di Giustizia delle Nazioni Unite e dal ministero della Giustizia presso la Corte europea dei diritti umani».

Gli avvocati della vicina Polonia hanno espresso solidarietà e vicinanza ai colleghi dell’Ucraina. In una lettera firmata da oltre 300 professionisti le parole espresse sono piene di incoraggiamento e non senza retorica. In un passaggio si rievoca, a proposito dell’aggressione militare della Russia, il «dispotismo zarista», incitando gli avvocati a battersi «per un'Europa libera e unita, per un nuovo mondo democratico la cui forza sta nella solidarietà, nella dignità umana e nella coesione, non nell'aggressione o nella menzogna».

In Italia il Coa di Roma ( il più grande d’Europa) si è attivato per individuare gli avvocati che saranno impegnati nei “Contact point” promossi dal Consiglio nazionale forense ( si veda il Dubbio del 3 marzo scorso) e che forniranno assistenza legale ai rifugiati provenienti dall’Ucraina. Un esodo dalle immani proporzioni, il più imponente dopo la Seconda guerra mondiale secondo le Nazioni Unite. «Ci faremo trovare pronti- commenta Antonino Galletti, presidente dell’Ordine degli avvocati di Roma- per svolgere al meglio anche in questa situazione di emergenza il nostro lavoro. L’Ordine forense romano condanna l’invasione della Russia, considerandola una minaccia per la pace e per il diritto internazionale. Siamo vicino ai colleghi impegnati in questa battaglia a tutela delle libertà fondamentali, pilastro imprescindibile della democrazia. L’Associazione Europea Giovani Avvocati ( Eyba), anche grazie al sostegno del Coa di Roma, ha predisposto una lista di avvocati esperti in diritto dell’immigrazione e diritti umani nei Paesi europei per fornire ausilio ai cittadini ucraini in fuga, sopraffatti da cotanta violenza».