Uno sguardo rivolto al passato e grande attenzione verso il presente e le sue criticità. Nell’adunanza plenaria dell’Unione degli Ordini forensi del Lazio, tenutasi sabato scorso nell’Aula avvocati della Cassazione, sono stati affrontati alcuni temi relativi alla condizione dell’avvocatura, laziale e non solo.

Prima di tutto è stato celebrato il 150° anniversario della legge istitutiva degli Ordini forensi. Nei prossimi mesi si susseguiranno diverse iniziative per ricordare il secolo e mezzo di vita delle istituzioni dell’avvocatura. Inoltre è stato fatto il punto sullo stato in cui versa la giustizia nei Tribunali del Lazio. La preoccupazione è tanta: la carenza di magistrati e personale amministrativo rischia di provocare una paralisi.

Il presidente dell’Ordine degli avvocati di Roma, Paolo Nesta, si è soffermato sulla situazione degli uffici giudiziari della Corte d’Appello e del Tribunale di Roma, con riferimento all’arretrato e all’eccessiva durata dei processi. Vera e propria spina nel fianco, inoltre, la questione riguardante gli uffici del Giudice di Pace: dal Coa di Roma è stato lanciato l’allarme, ed è stata anche anticipata un’importante iniziativa: «L’agibilità degli uffici del Giudice di Pace – commenta Nesta – è del tutto assente, dopo che l’amministrazione è stata posta sotto sfratto. Devono essere abbandonati gli uffici di via Teulada e quelli, destinati al penale, di via Gregorio VII. È stata fatta una proposta: trasferire tutto sulla via Aurelia, in periferia. Ma si tratta di una soluzione irragionevole. Ci sarebbe la possibilità reale di utilizzare alcune caserme in zona Prati e altri uffici disponibili. La carenza dell’organico, negli uffici del Gdp, è del 60%, e la riforma

Cartabia non è stata d’aiuto. Questa grave situazione riguarda Roma, il Lazio e tutta l’Italia. A nulla sono servite le nostre richieste di intervento avanzate al governo: per questo motivo abbiamo organizzato una manifestazione di protesta il 4 luglio: vogliamo dimostrare ai politici che il funzionamento della giustizia riguarda tutti. Quella del Giudice di Pace non è una giurisdizione minore: anzi, riguarda gran parte della collettività».

Anche David Bacecci, presidente dell’Unione degli Ordini forensi del Lazio, chiede al governo maggiore attenzione. «Partiamo da una premessa: i Coa svolgono una funzione sociale essenziale, poiché difendono il diritto dei cittadini ad avere un processo giusto, che venga celebrato in tempi ragionevoli. Efficienza, razionalizzazione delle risorse e investimenti economici per aumentare in maniera considerevole le piante organiche della magistratura e del personale amministrativo sono», spiega Bacecci, «le basi essenziali per consentite alla giustizia italiana di funzionare. Per questo motivo abbiamo aderito con convinzione all’iniziativa indetta dall’Ordine di Roma il 4 luglio per denunciare la disastrosa situazione in cui versa l’ufficio del Giudice di Pace nella maggior parte dei Tribunali del Lazio e più in generale in Italia».