In una piazza Bra inondata di sole e insolitamente blindata, è iniziato ieri a Verona il tredicesimo Congresso mondiale delle famiglie, dal titolo “Il vento del cambiamento: l’Europa e il movimento globale pro- family”. Sotto gli archi dell’Arena sfilano religiosi di varie confessioni, nugoli di giornalisti e politici, soprattutto leghisti ma anche la “disertrice” grillina Tiziana Drago, unica ad aver ignorato il veto del leader Di Maio.A tenere banco, nel giorno della sessione plenaria in cui si annunciano i temi della convention ( «unire e far collaborare leader, organizzazioni e famiglie per affermare, celebrare e difendere la famiglia naturale come sola unità stabile e fondamentale della società» ) è però soprattutto il dibattito sull’aborto.Plasticamente rappresentato da un gadget distribuito dall’Associazione Pro Vita Michele, il feto di 10 settimane in plastica, in scala 1: 1 - la polemica infiamma subito intorno alla legge 194: l’aborto è «l’uccisione di un bambino in utero», ha detto Massimo Gandolfini, presidentedell’associazione Difendiamo i nostri figli e tra gli organizzatori del Family day, precisando poi che «Non siamo contrari alla libera scelta, maquesta è tale se se vengono applicati anche i primi cinque articoli che prevedono di rimuovere le cause economiche per la quale la donna sceglie l’aborto. Noi diciamo che la legge 194 va applicata tutta». Sulla stessa linea, anche il senatore leghista Simone Pillon: «Sull’aborto c’è una legge nazionale che va applicata, e speroche venga applicata completamente, soprattutto nella prima parte». Senza mezzi termini anche il vescovo della città scaligera, Giuseppe Zenti: «La famiglia è l'opera d'arte di Dio. L'aborto è un omicidio, questo dice la Chiesa».I toni si alzano al punto da far intervenire anche il vicepremier Matteo Salvini, atteso per oggi come super- ospite dell’evento, il quale accusa «la sinistra» di aver costruito ad arte la polemica: «Io andrò a ribadire la libertà di scelta di tutti per uomini e donne, le conquiste sociali non si toccano, non si discute della revisione del divorzio, dell’aborto, della libertà di scelta per donne e uomini». L’evento, ha come obiettivo «come aiutare le famiglia italiana: mamme e papà con i bimbi e i nonni ad uscire da una situazione di povertà che a volte dopo la nascita di un figlio ti entra in casa», ha concluso Salvini.Eppure, a rispondergli a distanza, è intervenuta non solo l’opposizione, ma anche un’altra ministra del governo gialloverde, la grillina Giulia Grillo: «Il tema dell’aborto come tutte noi donne sappiamo ci mette in grande difficoltà, abortire non è una passeggiata o una cosa che ci piace fare, ma una scelta a cui una donna arriva dopo un percorso molto doloroso e travagliato. Ma non è negandolo che si favorisce la natalità in questo Paese». La ministra della Salute ha scelto parole forti per definire il convegno, bollandolo come «una manifestazione fortemente ideologizzata, chiaramente di estrema destra».Non a caso, vista l’ostilità dell’ortodossia grillina nei confronti della convention, gli organizzatori hanno confermato di rivolgersi soprattutto al mondo leghista, a partire dal ministro per la Famiglia, Lorenzo Fontana, vicinissimo alla galassia pro- life e tra i presenti alla tre giorni. «A Fontana chiederemo un piano più a lungo termine - ha spiegato il presidente di Generazioni Famiglia, Jacopo Coghe - bisogna lavorare sia sul piano economico che su quello culturale», a Salvini invece «di vietare la pratica abominevole dell'utero in affitto».Contro il “popolo” della famiglia tradizionale, oggi, marceranno in una contromanifestazionedal titolo “Verona libera, Italia laica” i movimenti per i diritti civili. In prima fila, l’ex presidente della Camera, Laura Boldrini, che ha stigmatizzato gli attacchi alla legge 194 e in particolare la scelta del gadget a forma di feto: «È semplicemente mostruoso. Se l’obiettivo è quello di suscitare sdegno collettivo nei confronti delle donne che sono costrette a interrompere la loro gravidanza sappiano, questi signori, che a vergognarsi dovrebbero essere loro». In piazza insieme ai movimenti e contro quelli che definiscono «odiatori medioevali», scenderanno il Pd, Mdp e la Cgil.Più cauto, per rapporti di governo, il Movimento 5 Stelle, che però ha studiato una contromossa mediatica per non venire completamente oscurato dalla Lega: oggi a Cinecittà è in programma un evento sul tema delle politiche giovanili, con protagonisti il sottosegretario Vincenzo Spadafora e il vicepresidente del Consiglio Luigi Di Maio. I due esponenti del governo incontreranno circa 600 ragazzi per lanciare le misure per i giovani previste per l’anno 2019. L’evento era già pianificato da tempo, ma per la comunicazione grillina dovrebbe diventare una sorta di “controcanto” al Forum delle Famiglie, per segnare la distanza dalla visione leghista sui temi sociali.