L’INTERVENTO DEL VICEPRESIDENTE CSM

No alle forme di rottura. A dirlo ieri è stato il vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura David Ermini, intervistato dal Gr1 in merito al testo di riforma approdato ieri alla Camera e alle posizioni espresse dalla magistratura nei giorni scorsi. Posizioni secondo le quali la riforma rappresenterebbe una sorta di attentato all’autonomia e all’indipendenza delle toghe, chiamate pertanto a resistere. Quella sulla giustizia, ha affermato Ermini, «credo sia una riforma indispensabile. Questa era un’occasione unica, con una così di ampia maggioranza». Il numero due di Palazzo dei Marescialli ha quindi commentato lo sciopero “minacciato” dai gruppi associati e richiesto a gran voce all’Associazione nazionale magistrati, in merito al quale Ermini ha spiegato che «quando si arriva a un compromesso bisogna tutti lasciare qualcosa per arrivare all’interesse generale. Non credo che le forme di rottura servano a qualcosa. Vedremo se ci sarà bisogno di qualche piccola modifica».

Secondo il vicepresidente del Csm, dunque, «è importante che i cittadini si sentano giudicati da persone che sono assolutamente terze», ha aggiunto rispondendo ad una domanda sullo stop alle porte girevoli contenuto nella riforma. Mentre in merito al fascicolo del magistrato, che ha sollevato altri dubbi tra le toghe, «nessuno dovrebbe aver paura di essere giudicato – ha sottolineato -. I magistrati non devono preoccuparsi, la stragrande maggioranza lavora con coscienza passione e studio» . Nelle scorse settimane Ermini aveva evidenziato la necessità «di una cesura per far vedere che è finita una pagina e ne inizia un’altra. Se ci mettiamo le aperture per una riforma io ci sono, è fondamentale che venga approvata - dice -. Spero che le forze politiche abbandonino le bandierine, spero ci sia una norma per indire le elezioni. Si spera che questa rivoluzione non sia solo legislativa, ma anche etica».