L’avvio della nuova consiliatura del Csm si apre con il “giallo” dei titoli. In primis quello di Roberto Romboli, il costituzionalista voluto dal Pd, dato in vantaggio per l’elezione a vicepresidente sull’avvocato in quota Lega Fabio Pinelli e sulla docente di diritto di famiglia Daniela Bianchini, sponsorizzata da FdI.

Una battaglia su più fronti, quella per la poltrona fino a ieri occupata da David Ermini, anche perché ripropone lontano da Palazzo Chigi lo scontro interno alla maggioranza sul fronte giustizia, che vede contrapposti due candidati del centrodestra, uno sponsorizzato da Matteo Salvini - che da giorni invoca la pace tra politica e toghe, quasi sconfessando il ministro della Giustizia Carlo Nordio - e l’altra dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, decisa a dettare la linea e anche lei pronta a contenere, pur difendendolo, il guardasigilli, già inviso alla magistratura. Ma l’importante, per entrambi i leader di partito, è non consegnare di nuovo quella casella al centrosinistra, sicura che tutto il rumoreggiare sull’eleggibilità di Romboli abbia rappresentato solo un tentativo di confondere le acque. Convinzione destinata a rafforzarsi dopo che ieri la mini-commissione del nuovo Csm incaricata di verificare i requisiti dei neoeletti, e in cui ha preso posto lo stesso Romboli, ha redatto, a quanto si apprende, una “proposta” al plenum che darebbe via libera per il professore emerito dell’università di Pisa.

Ora di nuovo in “pole”, considerato che può contare sui voti delle correnti di sinistra della magistratura e anche su quelli dei due componenti di diritto, il primo presidente della Cassazione Pietro Curzio e il procuratore generale Luigi Salvato.

Il nodo sui titoli di Romboli verrà definitivamente sciolto questa mattina, alle 11, orario in cui è convocato il primo plenum, che si aprirà con il voto finale sull’eleggibilità, al quale seguirà l’elezione del vicepresidente. Sarà decisivo l’esame dell’orientamento affermato dalla commissione, di cui Romboli fa parte di diritto come laico più votato. Il mini organismo è stato formato, oltre che dal costituzionalista, dalle togate di Magistratura indipendente Paola D'Ovidio e Bernadette Nicotra. Due magistrate che sulla vicepresidenza sarebbero pronte, secondo i rumors, a schierarsi dalla parte di Bianchini o in alternativa, se i voti non fossero sufficienti, da quella di Pinelli, che può già contare sul voto dei laici di centrodestra e di Ernesto Carbone, del Terzo polo. Il tutto in attesa di scoprire la posizione di Unicost e dell’indipendente Andrea Mirenda, che sveleranno le carte solo all’ultimo minuto.

A suscitare dubbi su Romboli è stato il fatto che secondo la Costituzione i componenti laici del Csm devono essere scelti tra professori ordinari di università in materie giuridiche e avvocati dopo quindici anni di esercizio. Ed ordinario è solo il professore di ruolo, cosa che Romboli non è più: docente di Diritto costituzionale all’università di Pisa dal 1987 al 2021 e mai iscritto all’albo degli avvocati, è andato in pensione a settembre scorso, ottenendo il titolo di emerito. Da qui il dubbio che manchi il requisito previsto dalla Costituzione, che menziona la quiescenza solo in relazione alla nomina dei giudici costituzionali.

Ma anche in questo caso non per i professori, bensì solo per i magistrati, questione che crea precedenti importanti per un organo costituzionale qual è la Consulta, da ultimo quello di Giuliano Amato. I precedenti, però, non mancherebbero nemmeno all’interno del Csm: c’è il caso di Annibale Marini, eletto nel 2010, anch’egli già in pensione e per il quale la Commissione, nel valutare i titoli, non citò l'esperienza da avvocato, ma il fatto che la quiescenza non escludesse l'idoneità; Virginio Rognoni, eletto nel 2002, che arrivò a Palazzo dei Marescialli come professore già in pensione al momento dell’elezione; Luigi Berlinguer, professore collocato in pensione durante il mandato al Consiglio, dove però rimase fino a fine consiliatura; e Ettore Adalberto Albertoni, eletto nel 2011 come avvocato ma cancellatosi dall’albo volontariamente al momento dell’elezione, garantita dal pregresso esercizio della professione per oltre 15 anni.

«È plausibile sia l’una che l’altra interpretazione», spiegano i costituzionalisti. Dunque dovrà essere lo stesso Csm a decidere, una volta per tutta, che strada prendere. Ma la sensazione è che ad insistere sull’inidoneità di Romboli sia stato il centrodestra, deciso quanto meno a suscitare il ragionevole dubbio che votare il candidato del Pd per la vicepresidenza sia un po’ troppo, date le difficoltà interpretative. Il voto avverrà a scrutinio segreto - garantendo dunque un minimo di manovra - e per l’elezione al primo turno sono necessari i voti della maggioranza assoluta dei componenti del Consiglio. Nel caso in cui nessuno raggiungesse tale maggioranza, si passerà a una seconda ed eventualmente a una terza votazione, nella quale verrà eletto chi avrà raccolto il maggior numero dei voti. In caso di parità nella terza votazione, si procederà con un ballottaggio e in caso di nuova parità il posto andrà al più anziano. E se Romboli riuscisse ad arrivare fino a questo punto, il posto sarebbe suo.