Raccoglie la frutta appoggiando la scala su un ramo non abbastanza robusto per reggerne il peso, si fa male ma non ha diritto a un risarcimento per le lesioni subite da parte di chi gli aveva commissionato il lavoro. Lo hanno deciso nei giorni scorsi, a nove anni dai fatti, i giudici della Cassazione Civile nell'ambito del procedimento promosso da un uomo incaricato da un'amica di raccogliere nell'orto di quest'ultima a Foligno delle susine da un albero con l'accordo di trattenerne per sé, come compenso, una parte.

Non era la prima volta che lo faceva ma in questa occasione, il 2 agosto del 2015, qualcosa ando' storto. «Dopo un certo tempo - si legge nella sentenza visionata dall'AGI - appoggiò la scala a un ramo secondario dell'albero che non resse il suo peso (l'uomo è di alta statura e di corporatura robusta) e si spezzò; A. fu sbalzato dalla scala oltre un muretto e precipitò a terra, sulla rampa sottostante, che conduceva verosimilmente a un garage. La scala non era difettosa e non si ruppe».