«Il risultato non è affatto scontato e noi spiegheremo ai cittadini le ragioni del “no” a questa legge», ha affermato Cesare Parodi a margine di un convegno sull’articolo 111 della Costituzione, organizzato lo scorso venerdì dall’Ordine degli avvocati di Vicenza nella sede di Palazzo Gualdi.

Pare ostentare sicurezza, all’indomani del terzo voto in Parlamento sulla riforma che introduce la separazione delle carriere fra pm e giudici, creando così due distinti Csm, il presidente dell’Associazione nazionale magistrati, chiamato al compito di “ribaltare” tutte le previsioni della vigilia. Ed in effetti però, come già raccontato dal Dubbio l’altra settimana, gli ultimi sondaggi disponibili non darebbero così per scontato l’esito finale del referendum a favore del “si”. Pare esserci ancora molta incertezza, con il fronte del Sì e quello del No attestati entrambi sul 50 per cento, una perfetta parità che non mette tranquillità dalle parti di Palazzo Chigi.

Molto importante sarà dunque l’ormai imminente campagna referendaria in vista del voto di primavera. Sul punto Parodi ha le idee chiare: grande spazio sarà dato ai social piuttosto che ai tradizionali mezzi di comunicazione, ad iniziare dai giornali. Sulle varie piattaforme social dovrà passare il messaggio, rivolto in particolare agli elettori più giovani, che la “terzietà del giudice” è già garantita dal sistema attuale, che questa riforma «non tocca minimamente l’efficienza del sistema giustizia» e che «i processi non saranno più rapidi di un giorno».

È «una riforma “sgangherata” e fatta in fretta», gli ha fatto eco Claudio Galoppi, segretario generale di Magistratura indipendente, anch’egli fra i relatori del convegno vicentino. Va detto che l’Anm, a proposito della campagna referendaria, non ha perso tempo, inaugurando nei giorni scorsi il Comitato per il no, con Antonio Diella presidente esecutivo, Marinella Graziano vicepresidente vicaria, Gerardo Giuliano vicepresidente e segretario.

Il Comitato, come recita lo statuto, avrà «come scopo immediato quello di sensibilizzare l’opinione pubblica sui rischi derivanti dalla riforma costituzionale sulla separazione delle carriere e sull’importanza di preservare l’attuale sistema di garanzie dei diritti dei cittadini e quindi di promuovere la vittoria del no al referendum costituzionale». Potrà inoltre decidere di partecipare ad ogni iniziativa culturale, mediatica e di informazione sul referendum. Il Comitato è aperto a tutti i cittadini ma non a esponenti di partito o a ex politici.

La maggioranza, invece, sembrerebbe voler aspettare il quarto ed ultimo voto alla riforma, previsto entro il mese prossimo in Senato, prima di partire con la campagna referendaria. Non è passata inosservata l’assenza di qualsiasi accenno alla riforma sulla separazione delle carriere nei panel di “Fenix”, la festa organizzata da Gioventù nazionale l’ultimo fine settimana.

Dal presidente dell’Anm è comunque arrivato anche un “assist” agli avvocati vicentini, presieduti da Alessandro Moscatelli, da sempre contro l’apertura del tribunale di Bassano. «A me risulta che il tribunale di Vicenza lavora molto bene: aprirne uno piccolo vuol dire correre il rischio di diseconomia organizzativa che pagheranno i cittadini», è stato il commento di Parodi all’iniziativa governativa sulla riapertura del tribunale di Bassano. «No ad operazioni che frammentano la giustizia e spostano risorse da tribunali già sotto pressione», ha puntualizzato l’avvocato Gaetano Crisafi, a capo dell’associazione “Per una giustizia di qualità a Vicenza”, a cui hanno aderito un centinaio di professionisti, nata proprio per protestare contro l’apertura del nuovo tribunale.