Kiev denuncia: «Oltre trecento vittime tra le rovine del teatro a Mariupol» Mosca ai suoi soldati: «Entro il 9 maggio vinceremo e tornerete a casa »

È poco prima di volare in Polonia, dove resterà anche oggi, che il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, annuncia in conferenza stampa assieme alla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, un piano per garantire gas liquefatto all’Europa, così da renderla meno dipendente dalla Russia.

I due si sono presentati ieri mattina davanti ai giornalisti illustrando il piano per una “Task force per la sicurezza energetica”, presieduta da due rappresentanti di Stati Uniti e Unione Europea. Con due obiettivi: diversificare le fonti di gas naturale liquefatto ( GNL) e cercare di ridurre la domanda di gas naturale.

Nel medio periodo si punta a garantire al vecchio continente 50 miliardi di metri cubi l’anno di GNL proveniente dagli Stati Uniti entro il 2030, e nel frattempo l’obiettivo è quello di ridurre la domanda di gas attraverso un maggiore efficientamento energetico, già previsto dal piano della Commissione Europea “REPowerEU”.

«Putin sta provando a riportare indietro l’orologio in un’altra epoca - ha detto von der Leyen Un’epoca di uso brutale della forza, della politica di potere, sfere di influenza e repressione interna: sono fiduciosa che fallirà». Per Biden invece il piano energetico «verrà fatto in modo che non sia in contrasto con la strategia a emissioni zero» perché «dobbiamo far sì che le famiglie, nel mentre, superino questo inverno e il prossimo».

Ma da Mosca la risposta non si è fatta attendere, sia sul piano energetico che militare, ed è stata affidata al ministro degli Esteri, Sergej Lavrov, e a quello della Difesa, Sergej Shoigu. Secondo Lavrov un embargo su gas e petrolio russo porterà a «conseguenze colossali» per l’economia europea e mondiale, mentre «il rifiuto di acquistare il gas in rubli può portare a una crisi dei pagamenti e, alla fine, a una serie di bancarotte a livello mondiale».

Minacce ai quali Shoigu ha fatto seguito spiegando che «le forze armate russe si concentreranno sulla completa liberazione del Donbass e che «gli attacchi per infliggere perdite alle forze ucraine nei territori assediati hanno lo scopo di impedire che Kiev invii rinforzi verso quella regione».

Subito dopo la conferenza stampa Biden è volato a Rezszow, in Polonia, a meno di cento chilometri dal confine con l’Ucraina, dove ha visitato le truppe statunitensi, dicendo loro che «la posta in gioco non è solo la difesa dell’Ucraina ma la democrazia nel mondo» e ha poi visitato un campo profughi. Prima di questi incontri Biden avrebbe dovuto vedere il presidente polacco, Andrzej Duda, il cui aereo è stato però costretto a tornare a Varsavia ed effettuare un atterraggio di emergenza per problemi tecnici, con relativo cambio di programma.

Intanto, dal fronte arrivano notizie di un ospedale a Kharkiv colpito dai bombardamenti russi, dove sarebbero morte 4 persone, mentre un funzionario della municipalità di Mariuopol ha riferito che nell’attacco missilistico al teatro della città dello scorso 16 marzo sarebbero morte 300 persone. Tra le novità di giornata, un messaggio ricevuto dai soldati russi secondo cui le operazioni militari dovrebbero terminare entro il 9 maggio e uno scambio di prigionieri, il primo dall’inizio della guerra, tra Mosca e Kiev, con due gruppi di venti soldati tornati ciascuno nei propri eserciti.

Ma a far discutere è ancora la posizione della Cina, intrappolata tra la necessità di sostenere l’alleato russo e il bisogno di far cessare le ostilità per evitare che il caos disturbi il percorso di crescita di Pechino. È per questo che ieri, dopo un colloquio con il suo omologo indiano indiano, Subrahmanyam Jaishankar, il ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, ha annunciato che entrambi concordano sull'importanza di un cessate il fuoco immediato in Ucraina.

Non solo, perché una telefonata diretta c’è stata ieri anche tra il presidente cinese, Xi Jinping, e il primo ministro inglese, Boris Johnson, definita da Downing Street «franca e schietta». Secondo Londra la conversazione è durata circa un’ora, ma il tentativo di Johnson di fare pressione su Xi affinché molli Mosca non sembra aver avuto effetto.

Nel frattempo sale a 135 il numero dei bambini uccisi dall'inizio della guerra, mentre la missione Onu a Mariupol ha certificato la presenza di fosse comuni in città, tra le quali una dove sarebbero sepolti oltre 200 corpi.