IL COFONDATORE DI FI

«Berlusconi è un signore che ormai ha fatto il suo tempo». La sentenza pesantissima arriva da Giuliano Urbani, fondatore ed ex ideologo di Forza Italia, nonché ministro in due governi guidati dal Cavaliere. Forza Italia riparte dal meeting di Napoli Tra tensioni, veleni e rischio scissione

Dopo le risse in “piazza”, gli azzurri attendono oggi l’intervento chirificatore di Berlusconi

«Il caso Lombardia? Penso che siano fuochi d’artificio costruiti dalle televisioni e dai giornali. Solo fuochi d’artificio, non mi spaventa». Il presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi, sminuisce le polemiche sulla nomina della senatrice Licia Ronzulli a commissario regionale di Fi in Lombardia. «Io ho cambiato una responsabilità, inserendo una senatrice della Lombardia, ma era una cosa richiesta da tutti i lombardi». Berlusconi non voleva neanche una sbavatura per la convention che il partito ha organizzato a Napoli e che si concluderà oggi proprio con l’intervento del leader che dovrebbe tracciare la rotta futura cercando di tenere insieme il partito. E, però, neanche lui è riuscito propriamente a restare su posizioni di vera e propria tregua. Dopo aver minimizzato sul caso Ronzulli, ha calcato infatti la mano sui temi di politica estera che tanto avevano animato le tensioni con l’ala governista legata alle ministre Mariastella Gelmini e Mara Carfagna. «Per portare Putin al tavolo delle trattative non bisogna fare le dichiarazioni che sento venire da tutte le parti, dalla Gran Bretagna o dalla Nato» ha detto ancora Berlusconi che non si è fermato qui. «Inviare armi significa essere cobelligeranti, significa essere anche noi in guerra. Cerchiamo di far finire in fretta questa guerra. E, se dovessimo inviare armi, sarebbe meglio non farne tanta pubblicità». In pratica la stessa posizione della Lega di Salvini.

Se da un lato, dunque, il Cavaliere prova a ricucire, dall’altro sembra soffiare sui venti di crisi. Già perché l’aria che si respira nelle ultime settimane tra le fila azzurre sembra andare sempre di più verso una possibile scissione. L’ala governista è sempre più in fibrillazione per le decisioni di Berlusconi che prova ad accentrare i poteri in tutte le Regioni, piazzando uomini di sua fiducia in vista della compilazione delle liste per le prossime elezioni politiche.

Le ultime sue mosse hanno indicato chiaramente il rinsaldarsi del suo asse con la Lega di Matteo Salvini e big azzurri vicini alle ministre temono che prima delle politiche possa davvero materializzarsi una unione ancora più stretta tra Lega e Forza Italia. Il piano iniziale di una vera e propria fusione tra i due partiti ha perso quota con il passare delle settimane, perché i sondaggisti hanno dimostrato una perdita di consensi complessiva al termine di un’operazione del genere. Quella che si ventila adesso è la possibilità di un listone unico tra Lega e Fi per le politiche in maniera tale da superare in percentuale il partito di Giorgia Meloni e vanificare, così, ogni sua velleità di futura leadership.

Uno scenario del genere non piace di certo a Mariastella Gelmini che teme di vedere silurati i propri uomini per far posto ad eventuali candidati della Lega e piace ancora meno a Mara Carfagna che, nell’ultimo periodo, è diventata punto di riferimento dei parlamentari eletti nelle Regioni Meridionali. Proprio al Sud Forza Italia registra da sempre i risultati più forti e la cospicua delegazione dei parlamentari azzurri del Meridione non vuole certo trovarsi nella scomoda posizione di assicurare percentuali elevate al partito per rimanere poi fuori dal Parlamento. «In ciascun partito naturalmente ci sono dei problemi, ci sono difficoltà, ci sono ostacoli- ha detto Carfagna presente all’iniziativa azzurra a Napoli - Noi siamo al lavoro per superarli, ne siamo consapevoli, ma credo che in qualunque partito ci sono problemi e nessuno intende nasconderli» Anche la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati mastica da tempo amaro. Fin dal momento in cui è stata impallinata dopo essere stata candidata per diventare il nuovo presidente della Repubblica per poi dovere lasciare spazio alla rielezione di Sergio Mattarella. In molti la danno vicina alle posizioni di Fdi, ma di certo è tra coloro che non condividono da tempo la linea dettata da Berlusconi.

Le crisi dentro Fi si sono ripetute assai di frequente dentro Fi negli ultimi anni e l’anziano leader, fin qui, ha sempre trovato il modo di ricompattare le varie fazioni. Ci proverà anche stavolta non solo con il discorso che chiuderà la convention di Napoli, a prescindere dalle presenze in platea. La sensazione, però, è che stavolta in tanti credano davvero che il futuro di Fi non sia più così lungo. E se c’è chi già da tempo guarda verso Fdi, in tanti seguono con attenzione le mosse dell’area centrista. E le ultime dichiarazioni di Matteo Renzi, che ha parlato di un’area che potrebbe raggiungere il 20 per cento se in grado di federarsi, non sono di certo passate inosservate.