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Il dialogo tra ministero della Giustizia e Consiglio Nazionale Forense sembra essere maturo per l’avvio degli iter legislativi relativi all’inserimento della figura dell’avvocato in Costituzione. A dirlo è il presidente del Cnf, Andrea Mascherin, che nei giorni scorsi ha incontrato il Guardasigilli Alfonso Bonafede. Sul tavolo, oltre alla riforma del patrocinio a spese dello Stato e alla regolamentazione delle specializzazioni, anche la modifica costituzionale chiesta dall’avvocatura durante il Congresso Forense di Catania del 2018. Mascherin ha commentato l’intendimento positivo del ministro, dichiarando che «si tratta di un passaggio molto importante per l’avvocatura, sia per il processo di qualificazione dell’avvocato che si svilupperà attraverso le specializzazioni, sia per un miglior riconoscimento della importanza della difesa svolta con l’ammissione al patrocinio a spese dello Stato» ma che «il passaggio davvero epocale è la concretizzazione della iniziativa costituzionale riguardante il ruolo dell’avvocato. Si tratta di una promessa mantenuta da parte del ministro, che ringrazio».
L’iter di introduzione legislativa sarà ovviamente quello aggravato, richiesto da ogni modifica costituzionale. Un percorso, dunque, più articolato rispetto alla canonica approvazione di una legge del Parlamento, che richiederà grande condivisione sia sul fronte della maggioranza di governo che dell’opposizione. Un elemento, questo, che però non preoccupa eccessivamente la rappresentanza istituzionale dell’avvocatura. «Sono certo – ha concluso Mascherin – che tutte le forze politiche di maggioranza e opposizione condivideranno l’iniziativa tesa ad affermare nella Carta fondamentale la libertà l’autonomia e l’indipendenza dell’avvocato». La proposta formulata dal Cnf prevede la riforma costituzionale dell’articolo 111 della Costituzione, aggiungendo dopo i primi due commi che riguardano tutti i processi: «Nel processo le parti sono assistite da uno o più avvocati. In casi straordinari, tassativamente previsti dalla legge, è possibile prescindere dal patrocinio dell’avvocato, a condizione che non sia pregiudicata l’effettività della tutela giurisdizionale” ( comma 3); “L’avvocato esercita la propria attività professionale in posizione di libertà e di indipendenza, nel rispetto delle norme di deontologia forense” ( comma 4). “La funzione giurisdizionale sugli illeciti disciplinari dell’avvocato è esercitata da un organo esponenziale della categoria forense, eletto nelle forme e nei modi previsti dalla legge, che determina anche le sue altre attribuzioni. Contro le sue decisioni è ammesso il ricorso per cassazione” ( comma 5).
Proprio su questo tema, che è diventato una delle principali battaglie culturali della categoria, si incentra anche la sessione ulteriore del Congresso nazionale forense, che si terrà a a Roma il 5 e il 6 aprile, dal titolo “Il Ruolo dell’avvocato per la democrazia e nella Costituzione”. Dal canto suo, il ministro Bonafede si era già detto in più occasioni favorevole alla modifica costituzionale, arrivando a definirla «la giusta chiusura del cerchio di una Costituzione che con il diritto di difesa, all’articolo 24, e poi con magistratura, dagli articoli 101 in poi, dà alla giustizia un ruolo importante».