LE PROTESTE DI LEGA E RADICALI

«Partirà dalla mezzanotte di mercoledì 1 giugno, la forte iniziativa politica del vicepresidente leghista di Palazzo Madama Roberto Calderoli e del Partito Radicale. L’intento è quello di sensibilizzare l'opinione pubblica e di sradicare la cappa di silenzio calata sulla consultazione referendaria in programma il 12 giugno prossimo». E’ l’annuncio che arriva dai vertici della Lega, i quali poi fanno sapere che sempre oggi, nella sede del Partito Radicale in Via Largo Argentina 76, Roberto Calderoli, Irene Testa, Maurizio Turco e Marco Beltrandi parleranno alla stampa. «Nell'occasione sarà resa pubblica anche la missiva che il vicepresidente del Senato Roberto Calderoli ha inviato al presidente della Repubblica Sergio Mattarella».

Insomma, il conto alla rovescia che ci separa dalla data del voto referendario - domenica 12 giugno - è iniziato. Ma al momento c’è una cappa di silenzio che circonda i quesiti. Del resto lo riconosce anche il Consiglio dell’Agcom, all’unanimità, che ieri ha richiamato «la Rai e tutti i fornitori di servizi di media audiovisivi e radiofonici operanti in ambito nazionale, affinché garantiscano un’adeguata copertura informativa sui temi oggetto dei referendum indetti per il prossimo 12 giugno, allo scopo di offrire ai cittadini un’informazione corretta, imparziale e completa sui quesiti referendari e sulle ragioni a sostegno delle due opzioni di voto, favorevoli e contrarie ai referendum, osservando i principi di pluralismo, obiettività, completezza e imparzialità dell’informazione». È quanto si legge in una nota dell’Agcom. Ed è polemica sul «monologo di Littizzetto ( Che Tempo Che fa) contro i Referendum Giustizia». Lo denuncia il renziano e segretario della Commissione Rai, Michele Anzaldi. «Un monologo - riprende - che ha scatenato proteste tra gli spettatori: è buona informazione da servizio pubblico? Che ne pensa l'Agcom che a pochi giorni dal voto fa solo richiami generici? Che dice il neocommissario Capitanio?».

Chiude la carrellata Emma Bonino che attacca frontalmente il Pd: ««Letta ha indicato il no che è di fatto un invito all’astensione, il modo più efficace per far fallire i referendum. Il segretario Pd ha fatto prevalere le ragioni dell’alleanza con il M5S, contrario a questi referendum perchè mettono alle spalle la stagione giustizialista di Bonafede. E poi c’è Salvini: ha visto che la battaglia era in salita e si è defilato: adesso va pure in Russia la sua fase garantista sembra sia già passata. Giorgia Meloni praticamente non ne parla», spoega infatti la Senatrice di Più Europa, Emma Bonino, in un’intervista a Libero.