È arrivato il momento del giudizio per l'avvocato Piero Amara. Davanti al Tribunale di Milano si è celebrata oggi la prima udienza del processo che dovrà stabilire se, raccontando dell'esistenza della loggia Ungheria, abbia commesso o meno una gigantesca calunnia ai danni di una settantina di appartenenti alle più importanti istituzioni del Paese.

Contrariamente a quanto fatto in altre sedi giudiziarie in cui è stato imputato, vale a dire Messina, Roma e Potenza, dove ha patteggiato ed ha così evitato sequestri al suo patrimonio, a Milano, forse intuendo una scarsa propensione del Tribunale ad assecondare richieste di pene concordate, Amara ha deciso di depositare una maxi lista testi.

Le testimonianze dei circa cento testimoni, nelle intenzioni, servirebbero a dimostrare che la consegna dei verbali delle sue dichiarazioni da parte del pm Paolo Storari all’ex consigliere del Csm Piercamillo Davigo impedì l’efficace svolgimento dell'indagine e che la loggia Ungheria aveva poi concretamente operato, assicurando agli associati nomine in incarichi prestigiosi.

Fra i testimoni, oltre a Storari e Davigo, gli ex componenti del Csm Giuseppe Marra, Ilaria Pepe, Stefano Cavanna, Fulvio Gigliotti, Giuseppe Cascini e David Ermini, chiamati a dover riferire su notizie e su atti segreti ricevuti dall’ex pm di Mani pulite senza presentare denunce agli organi competenti (per questa divulgazione Davigo è stato condannato a Brescia in primo grado, ndr). E poi i giornalisti Antonio Massari e Liana Milella, rispettivamente del Fatto Quotidiano e di Repubblica, che ricevettero copia di questi verbali per posta, astenendosi dal pubblicarli.

Sono stati citati anche i pubblici ministeri di Perugia Raffaele Cantone, Gemma Miliani e Mario Formisano che dovranno spiegare, ricevuto il fascicolo da Milano a gennaio 2021, quali indagini fecero per accertare l’esistenza della loggia tenuto conto che a quella data nulla ancora era trapelato sulla stampa (la notizia dell’esistenza dei verbali fu opera dell’ex consigliere del Csm Nino Di Matteo in una seduta del Plenum ad aprile 2021, ndr). La linea difensiva di Amara sarà, come detto, anche quella di dimostrare che la loggia ha operato.

Per riscontrare di avere raccomandato l’attuale procuratore aggiunto di Roma Lucia Lotti quale procuratore di Gela, Amara ha citato l’ex parlamentare Saverio Romano e l’avvocato Angelo Mangione, per aver raccomandato Francesco Saluzzo quale procuratore generale di Torino, ha citato il giudice del Consiglio di Stato Antonino Serrao, l'ex ad di Pagine Gialle Torresani, ed il poliziotto Filippo Paradiso, per aver raccomandato Carlo Capristo per la Procura generale di Firenze, ha citato l’ex onorevole Luca Lotti (Pd) e l’imprenditore Andrea Bacci, e per aver raccomandato il figlio dell’ex consigliere del Csm Marco Mancinetti per l’ingresso alla facoltà di Medicina di Tirana, ha citato l’imprenditore Fabrizio Centofanti e alcuni militari del Gico di Roma. Fra i raccomandati eccellenti di Amara vi sarebbe l’attuale ministro dell’interno Matteo Piantedosi.

La giudice Mascarino ha ora il non facile compito di selezionare i testi più rilevanti, con il rischio di vedersi accusata, per quelli non ammessi, di non aver voluto accertare se la loggia Ungheria sia effettivamente esistita. Prima, comunque, la magistrata dovrà decidere sulla richiesta di riunificazione in questo processo del troncone relativo alla prima fuga di notizie dei fatti narrati nei predetti verbali, fotografati di nascosto da Amara negli uffici della Procura di Milano nel febbraio 2020 per farne un uso intimidatorio.