L’avvocato Felice Giuffrè, indicato da Fratelli d’Italia, è stato eletto decimo membro laico del Csm con 420 voti. Il Parlamento in seduta comune ha dunque “rimediato” al pasticcio di due giorni fa, quando, chiamato a eleggere i membri non togati del Consiglio superiore della magistratura, aveva dato il via libera soltanto a nove nomi, visto l’inghippo su Giuseppe Valentino.

Ex sottosegretario alla Giustizia, nome storico del Msi prima e di An poi e indagato in un procedimento connesso al maxiprocesso antimafia Gotha, Valentino aveva rinunciato alla candidatura parlando di «palate di fango», ma ormai era troppo tardi per cambiare cavallo in corsa. E così è servito un altro voto, quello di ieri, per dare il via libera a Giuffrè, “sostituto” di Valentino.

Ma in Transatlantico ieri si parlava d’altro. In primis di Autonomia e presidenzialismo, dopo il vertice a palazzo Chigi che ha dato il via libera alla discussione in maggioranza. E allora ecco Matteo Salvini che, attorniato dai giornalisti, si dice «molto soddisfatto» di quanto stabilito, cioè che di Autonomia si parlerà in uno dei prossimi Consigli dei ministri, per poi parlare fitto fitto con Roberto Calderoli, autore del ddl. Definito “perfetto” dal pinto di vista della stesura da Giovanni Donzelli, responsabile organizzazione di Fratelli d’Italia soprannominato “il monaco” per quella sua abitudine di tornare sempre a casa la sera nella sua Toscana, lontano dai vizi dei salotti romani.

«Quel testo è una base, ora partirà la discussione politica», spiega Donzelli. Ma dalla Lega qualcuno fa notare che i due partiti vengono da tradizioni politiche diverse, perché «noi abbiamo sempre voluto l’autonomia, loro sono centralisti». Già, è tutto lì il problema.