Mattarella scioglie le camere - si voterà il prossimo 25 settembre e chiede all’ex premier di guidare il paese su energia e Pnrr

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha sciolto le camere e indetto nuove elezioni per il 25 settembre. Ma il governo dimissionario di Mario Draghi, che resterà in carica per il disbrigo degli affari correnti, avrà comunque il compito di combattere l’inflazione, sostenere l’Ucraina nella resistenza contro l’invasore russo, e contrastare la pandemia di coronavirus, ancora in corso. Il capo dello Stato ha sottolineato questi aspetti nel discorso con cui ha messo fine alla crisi di governo, iniziata la scorsa settimana con le dimissioni presentate dal presidente del Consiglio, respinte una prima volta, reiterate ieri e infine accettate. Lo ha fatto con un tono perentorio in cui ha posto l’accento sul fatto che il governo è sì dimissionario ma ancora pienamente operativo, come evidenziato anche dallo stesso Draghi durante il Consiglio dei ministri che ha seguito di poco le parole di Mattarella.

«Lo scioglimento anticipato del Parlamento è sempre l’ultima scelta da compiere, particolarmente se, come in questo periodo, davanti alle Camere ci sono molti importanti adempimenti da portare a compimento nell’interesse del nostro Paese - ha detto il presidente della Repubblica - Ma la situazione politica che si è determinata ha condotto a questa decisione: la discussione, il voto e le modalità con cui questo voto è stato espresso al Senato, hanno reso evidente il venir meno del sostegno parlamentare al governo e l’assenza di prospettive per dar vita a una nuova maggioranza». Da qui la decisione dello scioglimento anticipato. «È noto che il governo, con lo scioglimento delle Camere e la convocazione di nuove elezioni, incontra limitazioni nella sua attività - è il ragionamento del capo dello Stato - Ma dispone comunque di strumenti per intervenire sulle esigenze presenti e su quelle che si presenteranno nei mesi che intercorrono tra la decisione di oggi e l’insediamento del nuovo governo che sarà determinato dal voto degli elettori». Mattarella ha poi specificare quali sono i temi sui quali l’esecutivo dovrà lavorare nelle prossime settimane.

«Ho il dovere di sottolineare - ha puntualizzato - che il periodo che attraversiamo non consente pause negli interventi indispensabili per contrastare gli effetti della crisi economica e sociale e, in particolare, dell’aumento dell’inflazione che, causata soprattutto dal costo dell’energia e dei prodotti alimentari, comporta pesanti conseguenze per le famiglie e per le imprese». Tali interventi indispensabili, per il capo dello Stato serviranno a far fronte «alle difficoltà economiche e alle loro ricadute sociali, soprattutto per quanto riguarda i nostri concittadini in condizioni più deboli», a «contenere gli effetti della guerra della Russia contro l’Ucraina sul piano della sicurezza dell’Europa e del nostro Paese» e «per la sempre più necessaria collaborazione a livello europeo e internazionale» . L’inquilino del Quirinale ha poi ricordato che «a queste esigenze si affianca, con importanza decisiva, quella dell’attuazione nei tempi concordati del Piano nazionale di ripresa e resilienza, cui sono condizionati i necessari e consistenti fondi europei di sostegno». Mattarella ha anche ringraziato Draghi e i ministri «per l’impegno profuso in questi diciotto mesi», augurandosi che «pur nell’intensa, e a volte acuta, dialettica della campagna elettorale, vi sia un contributo costruttivo nell’interesse superiore dell’Italia».

Un discorso, come detto, ripreso da Draghi nel Consiglio dei ministri convocato subito dopo. «Dobbiamo favorire il lavoro del governo che ci succederà ha detto l’ex presidente della Bce ai ministri - Ci sarà ancora tempo per i saluti, ora rimettiamoci al lavoro». Secondo Draghi «l’Italia ha tutto per essere forte, autorevole, credibile nel mondo» e per questo il governo dovrà «mantenere la stessa determinazione nell’attività» da svolgere nelle prossime settimane, «nei limiti del perimetro che è stato disegnato». L’inquilino di palazzo Chigi ha poi ringraziato Mattarella «per la fiducia accordatami e per la saggezza con cui ha gestito questa fase di crisi» e i ministri «per la dedizione, la generosità, il pragmatismo che avete dimostrato in questi mesi».

In mattinata, Draghi si era recato a Montecitorio per informare l’Aula della volontà di dimettersi per la seconda volta, accolto da un applauso prolungato ( «di coccodrillo», lo definirà il segretario del Pd, Enrico Letta) e da una standing ovation ( tra i ministri pentastellati D’Incà si alza, Dadone resta seduta, Patuanelli è assente). «Grazie - ha sussurrato - certe volte anche il cuore dei banchieri centrali viene usato: alla luce del voto in Senato chiedo di sospendere la seduta perché sto recandomi dal presidente della Repubblica per comunicargli le mie determinazioni». E così, seduta sospesa e palla nelle mani di Mattarella. Che, dopo aver accettato le dimissioni, ha convocato la presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, e il presidente della Camera, Roberto Fico. Per poi procedere allo scioglimento del Parlamento e a indire nuove elezioni. È l’epilogo di una crisi surreale, cominciata con lo strappo tra la maggioranza di governo e il Movimento 5 Stelle sul decreto Aiuti e proseguita con l’allargamento della frattura a Lega e Forza Italia, che, nel ragionamento di Draghi, ha reso impossibile proseguire l’esperienza dell’esecutivo. «L’Italia è stata tradita, è una vergogna», ha detto Letta, mettendo in guardia dal fatto che «Putin sarà molto felice» e che questa «non è una buona notizia per l’Unione europea, l’Ucraina e l’Occidente». Ma ormai la campagna elettorale è partita, il Nazareno giura che il campo largo è finito mentre Luigi Di Maio dà la colpa dell’accaduto a Conte e Salvini. Silvio Berlusconi giura che sarà «ancora in campo», nelle piazze e in tv, Giorgia Meloni rivendica l’opposizione al governo Draghi, e Carlo Calenda chiama tutti a raccolta per la costruzione di un «fronte repubblicano» d’ispirazione draghiana. Ma di tutto questo si parlerà nelle prossime settimane. Ora c’è da salvare il salvabile di una legislatura cominciata male e finita peggio.