ANCORA NON ESISTE UNA DATA CERTA

Il premier Mario Draghi sta valutando una visita a Kiev per incontrare il presidente Volodymyr Zelensky. È questa la notizia che trapela da Palazzo Chigi, anche se ancora non ci sarebbe una data certa pianificata. Ma l’intenzione è quella di recarsi in Ucraina seguendo la scia degli altri leader europei che hanno visitato il Paese nelle ultime settimane. Il viaggio dovrebbe comunque essere organizzato entro la prima metà di maggio, prima di andare in visita negli Stati Uniti.

Al momento Draghi, ancora in isolamento a Città della Pieve per il covid, pensa a un nuovo decreto per l’invio di altre armi a Kiev che dovrebbe arrivare in Consiglio dei ministri già la prossima settimana.

Ancora nulla però sarebbe ancora deciso sull’impegno economico italiano e sul tipo di forniture militari da inviare. Perché il governo sembra deciso a rispettare gli impegni presi con gli alleati internazionali, nonostante le possibili fibrillazioni interne. Soprattutto sul Movimento 5 Stelle, lacerato al proprio interno anche sul tipo di sostegno da offrire alla difesa ucraina. Anche se a spazzare il tavolo da possibili ambiguità ci pensa Alessandra Todde, viceministra allo Sviluppo economico e vicepresidente M5S. «Un paese che viene aggredito ha il diritto di difendersi, non sarebbe stato etico non aiutarli», dice l’esponente pentastellata a Un giorno da pecora su Rai Radio1. Inviare altre armi a Kiev?

«Non capirei se non lo facessimo, non è che la situazione ci fosse prima e ora non c’è più. Abbiamo votato a favore del decreto, la posizione è quella e rimane quella», aggiunge Todde, consapevole però di militare in un partito in cui non tutti hanno la sua stessa visione. «Quello che esprimono i singoli individui del M5S resta un dato personale ma noi come Movimento abbiamo espresso una posizione chiara».