L’avvocatura italiana è stata protagonista all’Expo di Dubai durante la Giornata mondiale dell’acqua. Nella prestigiosa cornice dell’Esposizione universale il Consiglio nazionale forense ha presentato il decalogo dei principi del diritto all’acqua. Si tratta di un articolato studio sulla normativa legata al cosiddetto “oro blu” che vede impegnate in prima fila le Nazioni Unite. A Dubai l’avvocato Francesco Greco, vicepresidente del Cnf e coordinatore della Commissione per l’Expo, ha illustrato nel Padiglione Italia l’importante documento, che ha l’ambizione di aprire un dibattito su scala globale prima di tutto con l’inserimento del diritto all’acqua nelle Costituzioni nazionali. Giova ricordare che nell’area euro soltanto la Slovenia è intervenuta in tal senso, con l’espressa previsione del diritto all’acqua nella sua Costituzione a seguito di una revisione avvenuta nel 2016.

I lavori sono stati aperti da Paolo Glisenti, commissario generale dell’Italia all’Expo di Dubai, il quale ha sottolineato la necessità di interventi volti al buon uso e al risparmio dell’acqua, considerato che questo bene non va considerato inesauribile. La comunità internazionale ha di fronte a sé la sfida di un approccio cooperativo per la tutela dell’acqua. Glisenti ha ringraziato i vertici del Cnf, la presidente Maria Masi e il vicepresidente Francesco Greco, per l’impegno profuso nella promozione della prima Carta dei diritti umani sull’acqua. «Il momento storico consente di lanciare una cultura legale sui diritti dell’acqua», ha detto Glisenti.

Il primo principio del decalogo presentato ieri a Dubai pone l’accento sul concetto di acqua come risorsa essenziale dalla quale deriva l’impegno degli Stati nel riconoscere questo bene come «una risorsa destinata prioritariamente ad assolvere al fabbisogno essenziale dei cittadini». Su questo punto si è soffermato Rio Hada, componente dell’ufficio dell’Alto commissariato della Nazioni Unite per i Diritti umani. «Grazie al diritto all’acqua – ha commentato Hada – si realizzano i diritti umani. Circa 800 donne muoiono ogni giorno nel mondo per la mancanza di acque pulite. Più di 700 studenti ogni anno muoiono per l’utilizzo di acque inquinate. Igiene e scarso accesso all’acqua peggiorano la salute umana, aumentano le infezioni e accrescono problemi sanitari. Rendere accessibile il diritto all’acqua significa tutelare la salute. Se non corriamo ai ripari, le popolazioni saranno costrette a spostarsi e assisteremo a gravi fenomeni migratori. A ciò sia aggiungono i cambiamenti climatici. Ecco, quindi, che gli investimenti sulla sensibilizzazione relativa alla corretta gestione dell’acqua sono indispensabili. Bisogna moltiplicare gli sforzi per rendere fruibile l’acqua pulita e sana per tutti. I programmi di igienizzazione dell’acqua non possono prescindere dalla collaborazione tra gli Stati» L’avvocato Stefano Bartollini, consigliere del Cnf, ha illustrato i dieci principi che compongono il decalogo. In tema di efficienza tecnologica «ciascuno Stato, in considerazione delle caratteristiche idro- geologiche del proprio territorio, adotta strumenti normativi, regolamentari e finanziari che garantiscano l’impiego efficiente delle nuove tecnologie ai fini di una gestione equa ed efficace delle risorse idriche». Tra i punti cardini della Carta sul diritto dell’acqua il ricorso a fonti idriche alternative e la garanzia di fruizione della risorsa idrica per i soggetti meno abbienti con l’istituzione di un apposito «Fondo nazionale di solidarietà». Quest’ultimo è previsto che venga regolato e gestito dall’Autorità nazionale dell’acqua. Particolarmente innovativo il decimo principio. Stabilisce, su iniziativa degli Stati sovrani, l’istituzione della Corte internazionale dell’acqua, vale a dire «un’autorità di giustizia autonoma e indipendente, con competenza a indirizzare le controversie interne relative al diritto umano all’acqua verso soluzioni eque e sostenibili».

L’impegno dell’avvocatura italiana è stato al centro dell’intervento di Francesco Greco. «Il Cnf – ha affermato – con l’elaborazione dello studio sul diritto all’acqua si è approcciato a temi attinenti non solo al diritto, ma anche alla storia e alla geopolitica. Lo studio del Consiglio nazionale forense è nato da alcune riflessioni. Siamo partiti dall’esigenza di una equa distribuzione dell’acqua. Ogni giorno siamo costretti a fare i conti con la tragedia delle morti provocate dalla mancanza di acqua per dissetarsi. In questo contesto si inserisce l’attenzione verso l’ambiente. È una priorità».

A Dubai, dunque, è stata aperta una pagina importante. «Gli avvocati italiani – ha aggiunto Greco - hanno voluto dare il loro contributo come operatori del diritto, in prima fila in una serie di sfide che ci impegnano quotidianamente. L’acqua necessita di una regolamentazione internazionale. Non esiste un diritto globale sull’acqua, sebbene sia un bene fluttuante, attraversa nazioni e continenti. Nonostante questo, mancano normative uniformi. Per questo abbiamo voluto predisporre il decalogo del Cnf con l’intento di offrirlo alla comunità globale. Il contributo degli avvocati italiani intende costruire un percorso duraturo con la diretta collaborazione di tutti gli Stati coinvolti» . La presidente del Consiglio nazionale forense, Maria Masi, collegata dall’Italia, ha espresso soddisfazione per la redazione del decalogo e il coinvolgimento delle migliori risorse umane dell’avvocatura. «Siamo impegnati – ha evidenziato la presidente Masi – a studiare una nuova generazione dei diritti. Il diritto all’acqua è un diritto umano ed essenziale. Il ruolo dell’avvocatura è quello di essere al servizio dei diritti e dei cittadini. La partecipazione nel padiglione Italia all’Expo ci inorgoglisce e ci rende consapevoli su un nuovo percorso intrapreso. La tutela del diritto all’acqua diventa ancora più importante se pensiamo alle grandi tensioni a livello internazionale. La rinnovata consapevolezza e la cultura dei diritti e dei doveri rappresentano un naturale antidoto al contrasto di potenziali nuovi conflitti. Ci auguriamo che il nostro decalogo possa dare un contributo concreto». La giornata del Cnf all’Expo di Dubai è stata chiusa dalla sindaca di Assisi, Stefania Proietti. La città di San Francesco è, infatti, candidata al World water Forum nel 2024.