Difesa ai soli avvocati e toghe laureate in Legge tra le priorità di Damascelli

L’esame del ddl governativo “Disposizioni in materia di giustizia e di processo tributari” ( AS 2636) è iniziato al Senato il 13 giugno scorso, e fra le prime audizioni vi è stata quella del presidente dell’Unione nazionale Camere degli avvocati tributaristi ( Uncat), Antonio Damascelli, che due giorni fa ha indicato, alle commissioni riunite Finanze e Giustizia, le necessarie modifiche alla riforma.

Modifiche, spiegano dall’Uncat, che trovano la loro giustificazione nella necessità di dare piena attuazione ai principi del giusto processo, sanciti all’articolo 111 della Costituzione, ovvero il contraddittorio e la parità tra le parti e l’imparzialità e terzietà del giudice, fermo restando che gli avvocati tributaristi condividono la scelta di fondo del governo di prevedere una magistratura tributaria professionale, il cui accesso avviene per concorso, in aperto contrasto col sistema attuale, basato su una magistratura onoraria, sebbene si preveda per gli attuali giudici tributRI onorari di completare l’incarico, fino al limite dei 70 anni di età.

Premesso questo, le modifiche proposte da Damascelli ai senatori sono centrate sui seguenti 4 punti. 1) Accesso alla magistratura tributaria solo ai laureati in Legge: per assicurare l’omogeneità con altri settori della magistratura, l’Uncat ritiene necessario che solo i possessori della laurea magistrale in Giurisprudenza possano accedere a questa specializzazione della magistratura, pena lo snaturamento della funzione dello ius dicere, ossia della giurisdizione. Un’ulteriore ragione di tale “riserva” risiede nell’interrelazione tra funzioni di merito e funzioni di legittimità, che deve essere garantita dall’opportunità per i nuovi magistrati tributari di progredire nella loro carriera, fino alla Cassazione. Ed è questo un ulteriore elemento di proposta dell’Uncat, secondo cui l’attuale mancata previsione di questo “diritto di ascesa” non si giustifica, sia per il fatto che il titolo di magistrato tributario si acquisisce a seguito di un concorso pubblico, sia per l’esistenza di una sezione tributaria ( la V) in seno alla stessa Suprema corte ( che sarebbe altrimenti composta da giudici non tributari, come di fatto prevede l’attuale testo del AS 2636).

2) Ruolo del ministero dell’Economia inopportuno, visto che costituisce spesso una controparte per i contribuenti nella giustizia tributaria: secondo l’associazione degli avvocati tributaristi, il ruolo previsto dal ddl governativo per il Mef, ossia di organizzatore della giustizia tributaria, è inopportuno, visto che esso è il titolare delle Agenzie fiscali ( Entrate, Entrate- riscossione, Dogane), che costituiscono spesso una delle parti nelle liti fiscali, con la conseguenza che, in base all’attuale versione dell’AS 2636, non si potrebbe parlare di vera indipendenza della magistratura; di conseguenza Damascelli raccomanda di attribuire alla presidenza del Consiglio il ruolo di soggetto responsabile della giustizia tributaria, sebbene riconosca le urgenze poste dal Pnrr ( che impone il completamento della riforma tributaria tra le condizioni per il trasferimento dei fondi Ue all’Italia), per cui l’eventuale investitura del Mef potrebbe essere prevista solo in una fase iniziale dell’attuazione della riforma.

3) Difesa riservata all’avvocatura: per Uncat l’attuale diversificazione professionale dei difensori deve essere soppressa, allo scopo di attribuire l’assistenza tecnica nei processi tributari esclusivamente agli avvocati, ovviamente in tutti i gradi di giudizio, che possono arrivare alla Cassazione. Questa limitazione è coerente col nuovo istituto del rinvio pregiudiziale alla Suprema corte, previsto dalla riforma, secondo cui piazza Cavour può affermare un’interpretazione capace di indirizzare il futuro lavoro delle Commissioni tributarie, e dare chiarimenti a contribuenti e amministrazione fiscale. Di conseguenza il dibattito di fronte alla Cassazione dovrà necessariamente avere un contenuto giuridico, ed è difficile immaginare che venga fornito da figure professionali diverse da quelle forensi.

4) Modifica della procedura per renderla analoga al processo civile: per quanto riguarda il rinvio pregiudiziale in Cassazione, Uncat suggerisce di prevedere che le parti in giudizio possano partecipare all’udienza, anche tramite memorie scritte, per evitare l’incostituzionale disparità di trattamento che si verrebbe a creare rispetto al medesimo istituto previsto nel processo civile, che ammette tale partecipazione; inoltre Damascelli chiede che sia garantita espressamente la possibilità delle parti di accedere alla tutela cautelare, anche nel periodo di sospensione del processo di merito, disposto a seguito del rinvio pregiudiziale. Per ultimo, Uncat considera i paletti di ammissibilità per la prova testimoniale troppo rigidi, nonché inopportuni i limiti di valore della controversia per l’accesso all’appello.