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Tullio Pironti, editore, libraio napoletano di Piazza Dante. Ex pugile, è autore del libro autobiografico “Libri e cazzotti” con la prefazione di Fernanda Pivano, e nel 2010 “Il paradiso al primo piano”. I suoi grandi successi editoriali, vanno dal Camorrista di Giuseppe Marrazzo a The Vatican Connection di Richard Hammer, a In nome di Dio. La morte di Papa Luciani di David Yallop. Uno dei primi in Italia ad aver editato testi di scrittori come Don DeLillo, Bret Easton Ellis, Anna Rice, Raymond Carver e il premio Nobel egiziano Naghiz Mahfuz.
Oggi compie 80 anni. Che regalo le piacerebbe?
Di festeggiare anche i 100 anni ma in buona salute.
Ma lei è sempre sul ring?
Sì, nella testa sì!
Ha annunciato che festeggerà nella sua libreria in Piazza Dante ( questa sera dalle 18 alle 24 e all’evento saranno presenti tra gli altri Erri de Luca, Corrado Augias, Toni Servillo, Edoardo ed Eugenio Bennato). Ed invece di ricevere un regalo farà lei un omaggio alla città. Cioè?
Nell’occasione regalerò tutti i libri vecchi che ho pubblicato. Non saranno molti, non saranno pochi, dipende da chi li giudicherà!
È dunque non solo un gesto simbolico?
Un modo per ricordare quello che ho fatto in questi oltre 50 anni. La libreria è in questa piazza da tanto tempo, mio nonno Pasquale ha iniziato nel 1918. Piccole come erano all’epoca le librerie, ed era di soli libri scolastici usati.
La sua libreria oltre ad essere un punto di riferimento, un presidio di legalità nella Piazza, ha fronteggiato tante crisi economiche. Si aspetta un riconoscimento da parte delle Istituzioni?
Sono guardato con molta simpatia. Mi auguro che alla mia festa degli 80 anni partecipi il Sindaco De Magistris: l’ho invitato. Ci sarà un mio grande amico di cui sono un profondo ammiratore, il professor Giuseppe Galasso, che va per i 90 anni ma la sua vitalità intellettuale è pari a quella di un giovane.
Ma le ha sempre sentite vicine le Istituzioni?
In verità non ho mai chiesto niente, però li sentivo vicino perché sapevo che facevano il tifo per me.
Lei è stato anche pugile. E’ stato più semplice affrontare un avversario o fronteggiare le crisi editoriali?
Sono stato nella nazionale di pugilato. Il ring mi ha dato il coraggio della sfida, ho imparato a calcolare ogni mossa.
E per stare a Napoli di coraggio ce ne vuole molto?
A Napoli e non solo. Da Napoli in giù è tutto più difficile.
Ha avuto il merito di scoprire tanti autori?
Tanti autori sconosciuti al pubblico italiano. Sono stato anche aiutato da Fernanda Pivano, diventata poi una mia carissima amica. Dopo che avevo comprato i diritti d’autore di “Meno di zero” di Ellis, partecipando ad una gara telefonica, mi telefonò e mi disse: ma lo sa chi ha sconfitto? Ha battuto la Mondadori ed io le regalerò una prefazione. Fu così. Mi regalò una breve storia della letteratura americana del 900 che apriva il libro “Meno di zero”.
In una recente intervista a Repubblica, ha detto di rimpiangere di non aver pubblicato Raffaele La Capria. Perché?
Rimpiango di non aver mai pubblicato un grande autore napoletano, come la Capria, Saviano, Michele Prisco. Forse non li convincevo come editore nonostante i successi che avevo.
Cosa l’ha più aiutato come editore?
Essere un editore povero. Non rischiavo i miei capitali perché non li avevo...
A Napoli, nel Sud, c’è ancora un basso tasso di lettori, come se lo spiega?
È un fatto economico. Una persona che guadagna 1000 euro al mese, non può comprare libri.
Solo un fatto economico e non culturale?
Sì, anche. Molti ragazzi non hanno genitori che leggono. In famiglia, se un ragazzo vede che i suoi genitori leggono costantemente, prima o poi lo imiterà, prenderà il libro anche solo per curiosità.
Il bonus dei 500 euro del governo da spendere in cultura non spinge i giovani a leggere? Sta funzionando?
Relativamente. Come in molte cose ci sono distorsioni, molti si vendono il buono di 500 euro per 250.
Insomma c’è un mercato dei buoni?
Sì, sono venuti in libreria alcuni ragazzi a propormi questa cosa, ma li ho respinti. Io faccio un commercio lineare, trasparente. Va anche detto che il meccanismo è sempre molto burocratico, anche se il principio di favorire i giovani è giusto. Ma il libraio riceve i soldi del buono dopo un anno: e nel frattempo?
E la sua formula del libro d’occasione, scontato: la pratica sempre?
È una cosa successa 50 anni fa, quando avevo una piccola libreria a Piazza del Gesù, nel cuore del centro storico di Napoli. Pensai che il libro al prezzo di copertina non l’avrei venduto mai e se la casa editrice, comprando grandi quantitativi di libri, mi praticava un forte sconto del 35%, di conseguenza facevo un grosso sconto sul libro del 25%, così ci guadagnavo il 10%. Quando ebbi l’onore di andare a casa del professor Galasso mi fece vedere tutti i libri che allora il professore aveva comprato in via Capitelli. Il mio era uno sconto giusto.
Il rapporto con il libraio amico si è perso con la nascita delle grandi librerie?
Si è perso, il libraio amico che ti suggerisce di comprare un libro non c’è più, è tutto meccanico. Quella era un’epoca romantica, quando passava un cliente tu sapevi quali erano i suoi interessi di storia e glielo facevi vedere, così facevo con i professori che passavano per andare all’Università, li chiamavo e gli suggerivo le novità.
Cosa rimpiange di più?
Rimpiango la gioventù, l’entusiasmo, l’emozione che provavo quando vendevo un libro! Così una volta mi disse Alda Croce, la figlia di Benedetto, che veniva in libreria: “Pironti vengo sempre da lei perché si emoziona”. Parole che non dimenticherò mai!
E della fiera del libro di cui si sta parlando a Napoli?
Devono avere una idea nuova, io suggerirei una fiera del libro usato. Tutti i librai napoletani trattano i libri usati, tranne Feltrinelli. Vorrei organizzare una sorta di bancarella a piazza del Plebiscito, dove i librai portano i libri usati.
In media quanti libri all’anno pubblica?
In media 30 libri, la maggioranza autori sconosciuti.
E del mistero che avvolge Elena Ferrante?
È stata un’operazione giornalistica, di Repubblica, Corriere della Sera che hanno creato un caso e, secondo me, c’entrano con questo business, sull’introito promozionale. E’ stata una furbata grande.
Ma ha una idea dell’autrice?
Per me è Goffredo Fofi. Sono stato sempre convinto di questo.
Il testimone a chi lo sta passando?
A mia nipote Chiara, ha iniziato a 13 anni, adesso ne ha 33. Fare il libraio è difficile, e Chiara ha fiuto forse ancora di più di me, è così giovane.
E quale autore napoletano oggi vorrebbe pubblicare, magari le fanno un regalo.
Sarebbe veramente un regalo, Maurizio De Giovanni, Silvio Perrella, Diego de Silva, ho pubblicato autori stranieri, ma questi scrittori non sono venuti da me.
Come lo spiega?
Forse non sono credibile, mi guardano sempre come l’ex scugnizzo, eppure io ho la più grande distribuzione italiana. Hanno preferito giustamente Mondadori, Einaudi..
Allora tanti auguri di buon compleanno!