Quando si verificano cambiamenti epocali, i pareri degli esperti e degli osservatori più attenti possono essere discordanti con conseguente creazione di blocchi contrapposti. Chi santifica e chi demonizza le nuove scoperte alla base proprio dei cambiamenti. È quanto sta accadendo con l’Intelligenza artificiale.
Ruben Razzante, studioso e docente di Diritto dell’informazione all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, è in libreria con un volume, da lui curato, dal titolo “L’algoritmo dell’uguaglianza. Intelligenza Artificiale, diritti della persona, crescita delle imprese” (ed. Franco Angeli Editore). Razzante ha raccolto diversi saggi che intendono offrire al lettore diversi chiarimenti sull’avvento e sul progresso dell’IA come strumento di contrasto alle discriminazioni. Senza tralasciare il fatto che l’Intelligenza artificiale è da considerare il volàno di una nuova coesione sociale globale.

Il libro è impreziosito dalla prefazione della senatrice a vita Liliana Segre, mentre i coautori riflettono – ciascuno in riferimento alle proprie competenze in ambito professionale, aziendale e istituzionale – con un approccio costruttivo e responsabile all’uso dell’IA per dimostrare che gli algoritmi possono armonizzarsi con i valori e i diritti fondamentali dell’uomo.
«Ho accolto – scrive Liliana Segre - molto volentieri l’invito del professor Ruben Razzante a prefare la raccolta di saggi da lui coordinata. Per l’importanza del tema innanzitutto: l’apporto che una lungimirante regolamentazione della cosiddetta Intelligenza Artificiale può dare all’opera di contrasto della diffusione degli hate speech sui social e delle fake news, ma anche di ogni forma di discriminazione nei posti di lavoro, negli ambiti culturali, educativi, nella vita di relazione in genere».

Si tratta, a detta di Segre, di «problemi di capitale importanza e di sempre crescente attualità, in un mondo in cui la pervasività dei social ha portato a una crescita esponenziale dei rischi appunto di propalazione di forme di odio razziale, politico, nazionalistico, di discriminazione per motivi religiosi o di orientamento sessuale, cui si aggiungono i potenziali rischi per la privacy e i diritti di lavoratrici e lavoratori». «Questo – aggiunge la senatrice a vita - senza mai dimenticare che esiste anche un pericolo più generale dato dal diffondersi di forme di privatizzazione della rete, di colonizzazione di spazi sempre maggiori da parte di poche compagnie, in fondo, di pochi individui, dove invece l’obiettivo deve essere quello di un web libero, accessibile, disponibile per tutti, anche se regolato e trasparente».
Accrescere le competenze è, secondo Ruben Razzante, la chiave di volta per non farsi travolgere dalla sempre più costante presenza dell’Intelligenza artificiale nelle nostre vite. «L’AI – spiega il professore della Cattolica - sta producendo una sorta di jet lag, di disallineamento tra i tempi dell’innovazione tecnologica e quelli delle azioni umane. Per evitare di perdersi dietro alle lusinghe di cosmi artefatti, rischiando di cadere nella trappola dell’anestesia della ragione, diventa indispensabile aprire lo scrigno virtuale dell’algoritmo e scrutare con cura gli elementi che ne ispirano il funzionamento».
A proposito dei cambiamenti epocali sopra richiamati, i valori dell’uguaglianza, dell’inclusività, dell’accessibilità, della sostenibilità non possono essere sacrificati in nome della nuova “rivoluzione tecnologica” che stiamo vivendo. Serve una sorta di “operazione verità” sull’IA, per promuovere la democrazia della rete e allontanare lo spettro del totalitarismo digitale. «Le santificazioni e le demonizzazioni dell’Intelligenza artificiale – mette in guardia Razzante – sono pericolosamente fuorvianti. Fanno deragliare il treno della riflessione collettiva sull’esigenza di un rapporto maturo ed equilibrato tra tecnologia e persona e producono alterazioni semantiche e distonie cognitive rispetto all’influsso degli algoritmi sul funzionamento delle società».


Oltre al contributo di Ruben Razzante, nel volume si trovano i saggi di Antonio Albanese (professore ordinario di Diritto civile all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano), Valentina Di Mattei (professore all’Università Vita-Salute San Raffaele, responsabile del Servizio di Psicologia clinica della Salute dell’IRCCS Ospedale San Raffaele), Stefano Lucchini (Chief institutional Affairs and External Communication Officer del Gruppo Intesa Sanpaolo), Gianmatteo Manghi (Amministratore delegato di Cisco Italia), Sabina Nuti (Rettrice della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, professore Ordinario di Economia e Gestione delle Imprese), Antonio Patuelli (presidente dell’Associazione bancaria italiana), Layla Pavone (Coordinatrice Board Innovazione tecnologica e trasformazione digitale del Comune di Milano), Paola Pietrafesa (Amministratore Delegato Allianz Bank Financial Advisors S.p.A.), Walter Riviera (Direttore Tecnico AI in Europa, Medio Oriente e Africa di Intel) e Alberto Tripi (Vicepresidente Confindustria).