Mancano pochi giorni all'inizio della Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia ma l'eco del Festival di Cannes lancia un ultimo richiamo, preparandoci a entrare con lo spirito giusto in una nuova stagione di grande cinema d'autore.Il 30 agosto usciranno infatti L'Effetto Acquatico - Un colpo di fulmine a prima svista di Sólveig Anspach e Un padre, una figlia (Bacalaureat) di Cristian Mungiu, entrambi presentati alla 69esima edizione della rassegna cinematografica francese.A chiudere un'estate ed un anno in cui le donne e la loro capacità di eccellere, scrivere o dirigere una commedia è stata spesso messa in discussione, non poteva che esserci una regista che in quasi trent'anni di carriera, è riuscita a combinare sapientemente satira, commedia e romanticismo, distinguendosi nel panorama del cinema europeo per il suo sguardo eccentrico sulla vita e le relazioni umane. L'effetto Acquatico era in concorso in una delle sezioni autonome ed indipendenti del Festival di Cannes, la Quinzaine des Realizaterus. The Together Project, questo il titolo internazionale, pur rimanendo una pellicola autonoma, chiude una trilogia iniziata con Back Soon e seguita da Queen of Montreuil, presentato alle Giornate degli Autori di Venezia nel 2012. Sólveig Anspach non è riuscita a vedere il suo film ultimato, ha perso la battaglia contro il cancro, spegnendosi nell'agosto del 2015. E' stato il suo storico collaboratore e co-sceneggiatore Jean-Luc Gaget a finire di montare il film ed ultimarlo a dicembre 2015, con l'aiuto della montatrice Anne Riégel, il compositore Martin Wheeler, il tecnico del suono Jean Mallet e il produttore Patrick Sobelman.Con L'Effetto acquatico, definito il suo film testamento, Sólveig Anspach è tornata al suo paese natale, l'Islanda e lo ha finalmente riunito con quello che invece l'ha vista crescere e trionfare nel cinema, la Francia. Nelle note di regia ha descritto con queste parole la sua decisione di girare in Islanda: «L'effetto acquatico rappresenta il mio più profondo desiderio di ritrovare l'energia tipica del mio paese d'origine, l'Islanda, e lasciare i personaggi in grandi spazi aperti, così che possano affrontare gli elementi naturali e vivere una storia divertente e commovente». Partiamo dalla Francia dove ritroviamo Samir, un operatore di gru quarantenne che si innamora di Agathe, istruttrice di nuoto. Per conquistarla, il giovane si finge incapace di nuotare ma quando la minuta insegnante è sul punto di cedere, l'inganno viene a galla. E' qui che il set del film si sposta in Islanda dove Agathe è andata ad una conferenza con altri istruttori di nuoto. Samir non demorde e la insegue. In un posto sospeso nel tempo e circondati da personaggi insoliti, in primis la consigliera cittadina Anna (l'attrice feticcio della Anspach, Didda Jónsdóttir) ed il suo secondo in comando, il capellone Frosti, i due si ritroveranno proprio attraverso l'acqua, l'elemento che fa affiorare i ricordi, chiarisce i sentimenti e ci costringe a guardarci dentro e farci guardare.Dal romantico, fiducioso e quasi onirico mondo della Anspach si passa al realismo amaro di Cristian Mungiu, il regista rumeno che nel 2007 con il suo secondo film, 4 mesi, 3 settimane, 2 giorni, vinse la Palma d'oro al Festival di Cannes e si affermò definitivamente come uno dei migliori registi europei in circolazione. Con Bacalaureat - Un Padre, una figlia, Mungiu ha vinto il premio per la miglior regia allo scorso festival mettendo d'accordo tutti sulla sua indiscussa abilità nell'analizzare la nostra realtà e l'essere umano, costringendo ogni singolo spettatore ad un confronto con se stesso. Il titolo italiano del film lascia intuire a cosa Cristian Mungiu volesse puntare: il rapporto padre-figlio ed il difficile compito del genitore nel dover instradare un figlio, impartirgli i fondamentali valori etici senza però sacrificarne l'autonomia e la capacità decisionale.Ed è in preda a questo dilemma, nella battaglia tra ciò che è giusto e ciò che è meglio fare che finisce subito Romeo Aldea, stimato e incorruttibile dottore, la cui figlia Eliza, brillante studentessa, viene aggredita proprio alla vigilia degli esami di maturità. Ottenere un voto alto alla prova finale è la condizione indispensabile per riscattare la borsa di studio e andare finalmente a studiare in Inghilterra. Questo è il futuro che Romeo ha sempre sognato per sua figlia. Un piccolo incidente di percorso può cambiare il destino di una persona e le soluzioni a disposizione del dottore sono molteplici. Mungiu decide di concentrarsi su come il suo protagonista sceglierà di affrontare e risolvere il problema ma soprattutto sui piccoli compromessi che se accettati, possono portare a confondere e corrompere l'animo umano. Come si insegna a un figlio la lealtà, il rispetto dei valori e delle regole se si sceglie di infrangerle seppur apparentemente, a fin di bene? Un padre, una figlia è un film universale che appartiene a tutti noi e ci invita, soprattutto in questo momento storico, a chiederci con insistenza che strada vogliamo intraprendere.