“L’immaginazione ha un potere sovversivo, perciò un tiranno brucia per prima cosa i libri”, avverte Azar Nafisi, la scrittrice iraniana, nel ricevere il Premio letterario Matilde Serao, che si è tenuto nella splendida cornice del Teatro San Carlo di Napoli. E poi ha continuato : “I libri non ci salvano ma ci liberano. Non possono salvarci dalla morte – ha aggiunto la scrittrice – ma restituiscono l’integrità all’essere umano. Pensate a Primo Levi che in carcere leggeva Dante ai detenuti, per loro era più importante di una razione di pane”. Parole incisive come quelle di Donna Matilde, fondatrice e direttrice del Mattino, che riecheggiano con molto effetto sulla platea che assiste alla seconda edizione del Premio, assegnato da una giuria di giornalisti ed editorialisti de Il Mattino, e che gode inoltre dell’Alto Patronato del Presidente della Repubblica. La serata spettacolo tessuta e diretta dall’attore-regista Claudio Di Palma, è stata condotta con grazia, eleganza ed entusiasmo da Carolina Rosi, nel ruolo di madrina d’onore d’eccezione. Mentre  Lina Sastri  ha inaugurato la serata come protagonista di un cortometraggio realizzato dai filmaker di Giffoni Experience, e poi è apparsa nei panni della stessa donna Matilde sul palcoscenico del Teatro San Carlo, dando voce alla crudezza delle parole della grande giornalista con brani scelti dallo scrittore Giuseppe Montesano.  Il Premio è stato l’occasione da parte del direttore de il Mattino, Alessandro Barbano, di presentare il cambio della veste grafica della testata, da domani in edicola, in linea con le esigenze di innovazione ma anche “per rendere sempre più essenziale ed attuale il segno del giornale. Modernità non significa meno complessità”, ha precisato però Barbano. E' apparsa sullo schermo la prima pagina del giornale, con titoli di grande auspicio, come ad esempio “Sud, piena occupazione il divario non c’è più”, o anche “Addio alle armi, la resa dei boss e delle paranze”.  Dunque l’intreccio tra letteratura, giornalismo e musica, si è realizzato in modo armonico, esaltato in particolare dal virtuosismo di tre soprani Carmen Giannattasio, Maria Grazia Schiavo e Rosa Feola, considerate tra i nomi più famosi della scena internazionale e, tutte e tre di origini campane, che hanno eseguito alcuni celebri brani d’opera di Verdi, Puccini, Rossini. Un momento di grande intensità è stato segnato inoltre dall’orchestra e dal coro delle voci bianche del San Carlo che hanno cantato la celebre canzone “Era ‘de maggio”.   La scrittrice iraniana, ora esule negli Stati Uniti, e autrice di “Leggere Lolita a Teheran”, “Le cose che non ho detto”, tradotta in 32 lingue, sollecitata dalle domande di Carolina Rosi e dal direttore Barbano, a proposito della scrittura come esempio di emancipazione femminile, ha sottolineato le affinità con la Serao: “Lei denunciava in prima line i problemi della sua città e cercava la verità nel giornalismo, io lotto, con la mia attività di scrittrice, per la conquista e la custodia delle libertà individuali e dei diritti umani”. Ed a proposito del suo rapporto con l’Italia e Napoli, ha raccontato: “Mio padre era molto democratico, ci leggeva tante favole, da Alice nel paese delle meraviglie a Pinocchio. Ecco il mio approccio all’Italia è stato attraverso la letteratura, ho appreso da Pinocchio come si può trasformare il legno in magia, in anima. Conosco l’Italia attraverso il cinema: Fellini, Pasolini, De Sica, Mastroianni, Totò”.  La scrittrice sta trascorrendo dei giorni a Napoli: “Non conosco molto bene la città ma ho capito che la vostra bellezza non viene posta sul piedistallo: i palazzi con i loro colori, rimandano ad una idea di sensualità e di vicinanza al corpo”. E poi ha concluso: “Voi siete esportatori di cultura e non di orrori”.   Alla scrittrice è stato consegnato il Premio, una scultura di Mimmo Paladino, una consacrazione internazionale importante grazie a Matilde Serao. Infine,  la vincitrice del Premio di Giornalismo Matilde Serao 2018, va a Lucia Goracci, inviata di guerra e responsabile della sede Rai di Istanbul, che sarà consegnato il 31 maggio alle 18, a Carinola.