Alla prima de la Traviata diretta da Sofia Coppola al Teatro dell’Opera, Monica Bellucci ha fatto il suo ingresso in un morbido vestito blu di velluto, elegantissima e bellissima. Nulla di nuovo, la Bellucci è da sempre bellissima, lo sappiamo tutti. Quando arriva a Roma, la città si blocca, i fotografi impazziscono, le macchine si fermano e la gente per strada rimane a bocca aperta. Il potere della bellezza, quella vera ed eterna, è di stupire ogni volta, di non annoiare mai.Negli anni, Monica è diventata nel mondo il simbolo del fascino italiano come in passato lo sono state soltanto poche grandi: Sophia Loren, Claudia Cardinale e Gina Lollobrigida. Malena, il film di Giuseppe Tornatore, è senza dubbio la pellicola che più di tutti ha esaltato la sua fisicità mediterranea rendendola un’icona internazionale.I giornali italiani questa bellezza così assoluta non gliela hanno mai perdonata e mentre Monica nel resto del mondo viene trattata come una leggenda vivente, in Italia è stata spesso vittima di attacchi e critiche gratuite. A dimostrazione che gli italiani non sanno difendere i propri tesori nazionali.L’ultima critica rivolta alla Bellucci è quella di aver fatto un selfie con foto-ritocco alla prima de La Traviata con Kim Kardashian. I giornali italiani si sono divertiti a paragonare lo scatto della coppia con un’altra foto precedente in cui sul volto della Bellucci si vedono le rughe.Ora, chiunque segua il costume dovrebbe sapere che la Kardashian non fa fotoritocchi, ma ha un dispositivo brevettato sul cellulare che permette di fare foto con luci professionali. Del resto, Kim è diventata famosa per questo.Il problema non è però il fotoritocco, peraltro un espediente che usiamo tutti nelle nostre vite, che ha salvato l’autostima di milioni di donne e uomini nel mondo (incluso chi scrive). Il problema semmai è il body shaming (il linguaggio usato per far vergognare le persone del proprio aspetto) rivolto contro Bellucci, una donna di cinquanta anni che non ha mai fatto ricorso alla chirurgia estetica. Per questo motivo, l’attrice italiana viene esaltata in tutto il mondo, soprattutto ad Hollywood dove le sue colleghe spesso si trasformano dopo i quaranta in bambole di silicone. Monica invece resiste al tempo ed oggi è ancora più bella di quando non lo fosse a vent’anni.Le rughe della Bellucci - tra l’altro pochissime e sensualissime - sono state osannate dai media internazionali anche durante la promozione dell’ultimo Bond, nel quale Monica aveva il ruolo di sedurre l’agente 007. La diva italiana è finita sulle copertine dei giornali patinati, oscurando l’altra Bond girl, la giovane e bellissima Lea Seydoux, che nel film aveva una parte più significativa. I giornali inglesi hanno esaltato la scelta di mettere una donna cinquantenne in un ruolo così sexy e audace. Fasciata in un abito nero di pizzo, Monica ha fatto il suo ingresso nell’immaginario iconico dei film di James Bond come Ursula Andress o Halle Berry.Persino Kim Kardashian, che è fra le persone con più followers sui social al mondo, si è avvicinata l’altra sera alla Bellucci chiedendo un selfie come una studente americana in vacanza. Poi lo ha pubblicato definendo la nostra attrice italiana “legend”, legenda.Questo per dire che mentre fuori dall’Italia si celebra la bellezza naturale di Monica, i nostri giornali sono ossessionati col body shaming e non lo risparmiano persino alla nostra attrice più bella.Se si fa il body shaming alla Bellucci, figuriamoci quello che accade quotidianamente alle donne normali. Qualsiasi scelta fai, qualsiasi lavoro fai, sei soggetta a critiche che riguardano principalmente il tuo aspetto. Soprattutto quando non sei più giovanissima o esci fuori dai canoni estetici mainstream. Il corpo viene usato per minare la tua credibilità. L’obiettivo finale è l’umiliazione, la sottomissione delle donne comunque al potere maschile. Un potere che è anche simbolico ed estetico. Ecco che la pratica del body shaming può dunque essere letta come una vendetta della società nei confronti delle donne affermate o di successo.Pensiamo a quello a quello che accade in politica dove le donne vengono costantemente attaccate per il loro aspetto e non per il loro lavoro. Donne esposte sul patibolo perché non più fresche come a vent’anni o perché non si vergognano dei propri difetti. Ministre che vengono criticate per i tailleur che indossano e non per le riforme che portano il loro nome.E’ evidente che l’unico rimedio contro queste pratiche misere è la libertà femminile di essere come vi pare, naturali o siliconate, magre o in forma, belle o brutte, senza sentirsi in colpa o doversi giustificare. Ma è anche quello di sfidare il potere maschile, prendendoselo.