Tempo fa Mario Moretti, che negli anni 70 fu il leader delle Brigate Rosse, è stato invitato a parlare agli studenti di un corso tenuto dal giornalista Enrico Fedocci. Successivamente gli studenti hanno scritto dei commenti sull’incontro. I commenti sono stati mostrati a Moretti, che ha risposto inviando questa lettera a Enrico Fedocci che viene resa nota solo oggi.

Ciao Enrico, grazie per avermi fatto leggere quello che i ragazzi del corso hanno scritto sull’incontro. Molto interessante. In un modo o nell’altro la vicenda delle BR è di quelle che fungono da specchio a chi le guarda. A volte uno specchio sociale, altre più semplicemente riflettono il modo individuale con cui ci si pone di fronte ai grandi eventi, alla riflessione sulla vita, la morte, i valori fondanti la propria esistenza. Si interroga me e la risposta che viene colta è soltanto quella più vicina al sentire consolidato di chi ha posto la domanda. Ti faccio un esempio, non è domanda e risposta ma il più innocuo degli argomenti e il più scivoloso per chi scrive, la descrizione del personaggio: qualcuno mi descrive come uno che “ ha un sorriso aperto e l’aria di chi ne ha passate tante nella vita“, un altro “ volto tirato, scavato dalle rughe… racconta senza tradire la minima emozione”, o al contrario “ la voce si incrina, gli occhi si fanno lucidi e lo restano per buona parte della conversazione“, per un altro “… con un sorriso piuttosto commosso, gli tremano le mani, suda visibilmente, deglutisce come avesse un nodo alla gola“, ancora “ ha l’aspetto del professore qualunque”, “un uomo consunto”, “abbigliamento semplice e atteggiamento cordiale e disponibile”, e così via.

È chiaro che Moretti è un po’ tutte queste cose messe insieme, ma volevo sottolineare che, se guardando la medesima persona ognuno può “vedere” cose così contrastanti (e si ripeterà ancor più per ogni argomento della conversazione), Moretti è soltanto un pretesto, un accidente in una vicenda, quella delle Brigate Rosse, che rimanda a qualcosa di inestricabile dal proprio essere sociale: se si parla delle BR chiunque ci mette di suo, sempre, non importa quanto egli sia lontano per età o per indole da quella vicenda. Peccato che se ne parli così poco e malamente.

Se ti capita ringrazia i tuoi allievi da parte mia, tutti, anche quelli che pensano come un carabiniere, parlano come un carabiniere e fortunatamente, non avendo l’equilibrio di un carabiniere, non sono armati come un carabiniere.

Se hai difficoltà con la duplicazione della registrazione filmata io posso esserti d’aiuto, sono un informatico non dimenticarlo.

Aspetto di sentirti e grazie di nuovo

MARIO MORETTI