È Bob Dylan, il menestrello della canzone americana, il premio Nobel per la Letteratura 2016. Lo ha annunciato il segretario permanente dell'Accademia svedese, Sara Danieus, dando la motivazione del premio, appena un rigo: per aver "creato una nuova poetica espressiva all'interno della grande tradizione canora americana". Dylan, che ha 75 anni, è nato il 24 maggio del 1941 a Duluth, in Minnesota, e il suo nome autentico è Robert Allen Zimmerman; ma il nome gli sembrava troppo altisonante. "Il mio nome è adatto a un re scozzese, non a me", scherzava. E siccome gli piaceva un poeta chiamato Dylan Thomas ha deciso di darsi il nuovo nome, Bob come proprio diminutivo e Dylan in onore del poeta. Cantautore folk e scrittore, è stato nelle sue canzoni un poeta intenso, autore di versi quasi narrativi, pieni di simbolismi sfuggenti, dedicati all'amore o a personaggi contorti, ed è il portavoce di una generazione di utopie. "Tutto quello che posso fare è essere me stesso, chiunque io sia", ha detto di se stesso. Il talent scout che ha scoperto la sua voce ruvida e nasale e le sue note tutte 'tosse e abbaiò è John Hammond, il leggendario produttore che ha portato al successo anche Aretha Franklin e Billie Holiday. Hammond lo sentì per la prima volta suonare l'armonica. Il suo primo album, un album folk and blues registrato nel novembre del 1961 e chiamato proprio come lui, è considerato tra i meno belli, ma fu registrato in soli due giorni. "Le mie canzoni non cercavano di piacere a nessuno, non trasudavano dolcezza", ha scritto nella sua autobiografia, Chronicles, pubblicata nel 2014 in Usa. "O allontanavano la gente o la costringevano a venirmi più vicino per capire di cosa si trattasse". Il suo nome era apparso più volte nella liste dei papabili al Premio Nobel per la Letteratura, ma ha comunque colto di sorpresa. Atipica anche la decisione di affidare a una donna, Sara Danieus, l'annuncio, prima donna a dare la lettura della decisione del Comitato dei Nobel, come ha spiegato la stessa organizzazione su Twitter.Nel settembre 1996 il menestrello del rock fu indicato all'Accademia Reale Svedese come meritevole del prestigioso riconoscimento dal professore Gordon Ball, docente di letteratura dell'Università della Virginia. A quella prima candidatura se ne aggiunsero altre da studiosi americani di importanti università Usa, ottenendo anche l'appoggio del poeta Allen Ginsberg, il canotere della Beat generation. All'epoca Ball spiegò che Dylan era stato proposto "per l'influenza che le sue canzoni e le sue liriche hanno avuto in tutto il mondo, elevando la musica a forma poetica contemporanea". Dai primi anni 2000 il nome di Bob Dylan è ricorso più volte nel toto-Nobel. Il Nobel per la Letteratura a Bob Dylan nel giorno della morte di Dario Fo appare come più di una coincidenza, quasi un ideale passaggio di consegne: nel 1997, infatti, il leggendario cantautore americano era dato tra i favoriti e in molti ritennero che solo la sorprendente scelta di premiare il giullare italiano lo avesse privato del meritato riconoscimento. Di certo, Fo avrebbe apprezzato: prima dell'annuncio del suo Nobel, aveva confessato di tifare per il menestrello del Minnesota: "Sarei proprio contento se fosse lui a vincere", purtroppo temo che non avverrà perchè da sempre vige la regola che quando si fanno previsioni queste non si avverano". Dylan non era comunque l'unico candidato forte di quell'edizione: si parlava del cinese Bei Dao e del portoghese Josè Saramago (vincitore l'anno successivo). Nella rosa c'erano anche il belga Hugo Claus, il sudafricano J.M. Coetzee, la britannica Doris Lessing, e l'indiano nato a Trinidad, Vidiadur Suraiprasad Naipaul.