Il dissidente Vladimir Kara- Murza ha vinto il Premio Pulitzer per il giornalismo ( sezioni commenti) per una serie di articoli pubblicati sul Washington Post e scritti nei primi sei mesi del 2023 dalla prigione in cui è rinchiuso da poco più di due anni. L’oppositore russo è stato condannato a 25 anni di carcere per aver criticato l’aggressione militare della Russia ai danni dell’Ucraina. L’arresto di Kara-Murza risale all’aprile 2022. Quando scoppiò la guerra in Ucraina, l’oppositore politico si trovava negli Stati Uniti. Decise però di ritornare in Russia per condurre in patria le battaglie politiche contro Putin. Una mossa rivelatasi fatale. Poche ore dopo aver rilasciato un’intervista alla Cnn, in cui definiva Putin a capo di un “regime di assassini, venne arrestato dalla polizia.

La giuria del Premio Pulitzer ha definito gli articoli di Kara-Murza «appassionati», «scritti dalla sua cella con la consapevolezza dei rischi personali, mettendo in guardia l’opinione pubblica sulle conseguenze del dissenso nella Russia di Vladimir Putin e insistendo su un futuro democratico per il suo Paese». Quando è stata comunicata l’assegnazione del Premio Pulitzer, Evgenia Kara- Murza, contattata dal Washington Post, si è definita con ' il cuore spezzato' dato che il marito non potrà essere presente ad alcuna cerimonia di premiazione.

Uno degli articoli che sono valsi al dissidente russo il Pulitzer, pubblicato sul Washington Post il 7 giugno 2023, si intitola “La guerra di Putin all’Ucraina si fa beffe della legge”. Viene usata la parola vietata dalla legge russa. Un gesto di sfida e di libertà al tempo stesso nei confronti del boss del Cremlino. «La legge, sia russa che internazionale - scrive Kara- Murza -, vieta le guerre di aggressione. Ma da più di quindici mesi, l’uomo che si autodefinisce presidente del mio Paese conduce una guerra brutale, immotivata e aggressiva contro uno Stato vicino, uccidendo, bombardando le città, conquistando i territori». In questo editoriale, Kara-Murza sottolinea la repressione brutale ai danni di chi esprime le proprie idee: «Oggi in Russia ad essere giudicati non sono coloro che conducono questa guerra criminale, ma coloro che vi si oppongono: i giornalisti che dicono la verità. Artisti che attaccano adesivi contro la guerra, sacerdoti che invocano il comandamento “Non uccidere”, insegnanti che chiamano le cose col loro nome. Genitori i cui figli disegnano immagini contro la guerra. Oppure, come nel mio caso, politici che si pronunciano apertamente contro questa guerra e contro questo regime. Ho ricevuto una condanna a 25 anni per cinque dichiarazioni pubbliche. Il capo delle mie guardie ha scherzato sarcasticamente nel tribunale di Mosca: “Hai fatto un lavoro impressionante”». Nei propri scrittiKara- Murza ha sempre avuto, essendo uno storico, un occhio di riguardo per le vicende dell’Europa e della Russia. Chi si è battuto per le libertà in Russia ha pagato con il carcere. Un copione che si ripete, Chi ha gettato nel baratro la Russia, secondo Kara- Murza, non potrà sottrarsi ad una condanna politica e morale. «Lo stesso – evidenzia il dissidente sul Washington Post - accadrà con l’attuale guerra in Ucraina, e accadrà molto prima di quanto possa sembrare per coloro che l’hanno scatenata. Questo perché, oltre alle leggi giuridiche, ci sono leggi della storia, e nessuno è ancora riuscito a cancellarle. E poi verranno giudicati i veri criminali, compresi quelli i cui mandati di arresto sono già stati emessi dalla Corte penale internazionale. Come sapete, i crimini di guerra non sono soggetti a prescrizione. Ho un consiglio per tutti coloro che hanno organizzato il mio e altri processi farsa contro gli oppositori della guerra, cercando di presentarci come “traditori della Patria”, per tutti coloro che sono così nostalgici del sistema sovietico: ricordate come è finita. Tutti i sistemi basati sulla menzogna e sulla violenza finiscono allo stesso modo». Intanto, ieri Putin ha giurato in occasione del suo quinto mandato. Il patriarca russo Kirill ha auspicato vita eterna per il padrone del Cremlino. La solita retorica che non tiene conto della storia e che ormai è completamente sganciata dalla realtà.