Carissimo Renatoin questo momento così difficile, pur immaginando che tu abbia fatto tutto quello che la coscienza e l'affetto ti suggerivano, desidero aggiungere delle brevi considerazioni. Ne ho fatto cenno a Piccoli e a Pennacchini ed ora lo rifaccio a te, che immagino con gli amici direttamente e discretamente presenti nei dibattiti che si susseguono.La prima riguarda quella che può sembrare una stranezza e non è e cioè lo scambio dei prigionieri politici. Invece essa è avvenuta ripetutamente all'estero, ma anche in Italia. Tu forse già conosci direttamente le vicende dei palestinesi all'epoca più oscura della guerra. Lo scopo di stornare grave danno minacciato alle persone, ove essa fosse perdurata. Nello spirito si fece ricorso allo stato di necessità. Il caso è analogo al nostro, anche se la minaccia, in quel caso, pur serissima, era meno definita. Non si può parlare di novità né di anomalia. La situazione era quella che è oggi e conviene saperlo per non stupirsi.Io non penso che si debba fare, per ora, una dichiarazione ufficiale, ma solo parlarne di qua e di là, intensamente però. Ho scritto a Piccoli e a Pennacchini che è buon testimone. A parte tutte le invenzioni che voi saprete fare, è utile mostrare una riserva che conduca, in caso di esito negativo, al coagularsi di voti contrari come furono minacciati da De Carolis e altri, Andreotti che (con il Pci) guida la linea dura, deve sapere che corre gravi rischi. Valorizzare poi l'umanitarismo socialista, più congeniale alla Dc e che ha sempre goduto, e specie in questa legislatura, maggiori simpatie.Forza, Renato, crea, fai, impegnati con la consueta accortezza. Te ne sarò tanto grato.Ti abbraccio.Aldo MoroCarissimo Pennacchini,ho avuto sempre grande stima di te, per tutto, ma soprattutto per la cristallina onestà. È quindi naturale che in un momento drammatico mi rivolga a te per un aiuto prezioso che consiste semplicemente nel dire la verità. Dirla, per ora, ben chiara agli amici parlamentari ed a qualche portavoce qualificato dell'opinione pubblica. Si vedrà poi se ufficializzarla.Si tratta della nota vicenda dei palestinesi che ci angustiò per tanti anni e che tu, con il mio modesto concorso, riuscisti a disinnescare. L'analogia, anzi l'eguaglianza con il mio doloroso caso, sono evidenti.Semmai in quelle circostanze la minaccia alla vita dei terzi estranei era meno evidente, meno avanzata.Ma il fatto c'era e ad esso si è provveduto secondo le norme dello Stato di necessità, gestite con somma delicatezza. Di fronte alla situazione di oggi non si può dire perciò che essa sia del tutto nuova. Ha precedenti numerosi in Italia e fuori d'Italia ed ha, del resto, evidenti ragioni che sono insite nell'ordinamento giuridico e nella coscienza sociale del Paese. Del resto è chiaro che ai prigionieri politici dell'altra parte viene assegnato un soggiorno obbligato in Stato Terzo.Ecco, la tua obiettiva ed informata testimonianza, data ampiamente e con la massima urgenza, dovrebbe togliere alla soluzione prospettata quel certo carattere di anomalia che taluno tende ad attribuire ad essa. È un intermezzo di guerra o guerriglia che sia, da valutare nel suo significato. Lascio alla tua prudenza di stabilire quali altri protagonisti evocare. Vorrei che comunque Giovannoni fosse su piazza. Ma importante è che tu sia lì, non a fare circolo, ma a parlare serenamente secondo verità. Tra l'altro ricordi quando l'allarme ci giunse in Belgio? Grazie per quanto dirai e farai secondo verità. La famiglia ed io, in tanta parte, dipendiamo da te, dalla tua onestà e pacatezza.AffettuosamenteAldo MoroMoro ritorna sulla questione dei palestinesi. Il riferimento è a una sorta di accordo segreto con l'Olp, l'Organizzazione per la liberazione della Palestina, guidata da Arafat, per evitare che sul territorio italiano vi fossero atti di terrorismo. Vi furono diversi episodi, ma forse il più importante accadde durante la guerra dello Yom Kippur tra Egitto e Israele nel 1973. Due dei cinque palestinesi arrestati a Ostia mentre preparavano a Fiumicino un attentato a un aereo delle linee israeliane furono scarcerati e mandati in Libia. Il deputato democristiano Erminio Pennacchini era dal dicembre 1977 presidente del Comitato parlamentare di controllo sui servizi segreti, il cui vicepresidente era il comunista Pecchioli. Renato Dell'Andro era stato sottosegretario al ministero di Grazia e Giustizia con presidente del Consiglio Moro. Il colonnello Giovannone era un ufficiale del Sismi, il Servizio segreto militare, responsabile per il Medio Oriente. Moro era stato ministro degli Esteri dal 1969 al 1974, e in questa veste aveva compiuto numerosi viaggi all'estero, in particolare nell'area del Mediterraneo.Intanto, le lettere inviate da Moro nei giorni precedenti hanno creato agitazione a piazza del Gesù; vari leader arrivano per incontrarsi nello studio di Zaccagnini. Il Consiglio nazionale della Democrazia cristiana si terrà tra una decina di giorni, non prima. È l'unica decisione. C'è inoltre da preparare la campagna per le elezioni amministrative che si terranno tra due settimane e coinvolgeranno almeno quattro milioni di elettori. Ai giornalisti che lo aspettano, Andreotti, uscendo, dice: «Noi passiamo ogni sera solitamente da Zaccagnini per vedere se ci sono novità e oggi non ce ne sono».«Non ci sono elementi tali da spingere il Pci a convocare delle riunioni e a prendere nuove decisioni dette e ribadite nelle precedenti», questa la dichiarazione proveniente da Botteghe Oscure. Qui, Berlinguer ha incontrato Tullio Ancora, incaricato da Moro in una sua lettera, a cui ha ribadito le posizioni di intransigente fermezza. D'altronde i comunisti sono impegnatissimi nella seduta fiume in commissione Giustizia, presieduta da Misasi, per proseguire rapidamente l'esame della nuova normativa sull'ordine pubblico, contro cui radicali e missini applicano l'ostruzionismo.Il 30 aprile, Giuliano Vassalli, che guida il gruppo di giuristi incaricato da Craxi, consegna al Quirinale al presidente Leone il «documento di lavoro» socialista che specifica le linee generali su cui lo Stato può autonomamente intervenire. Per le carceri speciali si suggerisce di togliere i vetri blindati dai colloqui, di intensificare le ore di visita per i familiari e di aumentare le ore d'aria per i detenuti. In riferimento alla concessione della grazia o della libertà provvisoria per alcuni terroristi, che non sono colpevoli di gravissimi reati, Vassalli ha con sé un elenco di nomi. L'attenzione si circoscrive attorno ai nomi di Paola Besuschio, militante Br della prima ora, e Alberto Buonoconto, napoletano dei Nap. Entrambi non godono di buona salute.Nella direzione di colonna romana delle Br le perplessità di Morucci e Faranda hanno preso consistenza. Moretti telefona a casa Moro. La telefonata è lunga quindi rischiosa; oltre che «un puro scrupolo», suona come un estremo tentativo di trovare una soluzione. La famiglia si sta battendo come può per la trattativa, soprattutto con i democristiani. Moretti insiste: «Finora avete fatto soltanto cose che non servono assolutamente a niente? quindi chiediamo solo questo: che sia possibile l'intervento di Zaccagnini, immediato e chiarificatore». Eleonora Moro e il figlio Giovanni si mettono immediatamente in contatto con Zaccagnini, con Leone e riprendono il giro delle loro relazioni.Rigoroso riserbo del Vaticano sulla vicenda Moro, soprattutto dopo la delusione del presidente democristiano per quell'appello del Papa a liberarlo «senza condizioni». Paolo VI oggi ha invitato tutti a tenere viva la speranza e a invocare la Vergine.