Maddalena Stornaiuolo posta su Facebook una foto dal terrazzo di casa sua a Scampia in cui è al massimo della felicità e regge un cartello con la scritta “Nastro d’Argento a Scampia”. Sì perché Maddalena, giovane attrice di 33 anni, oggi anche regista, si aggiudica insieme al regista Antonio Ruocco il premio “Nastro d’Argento” per il corto cinematografico “Sufficiente”, selezionato tra oltre 180 film. Donna bella e vulcanica, fa coppia sin dall’adolescenza con Rosario Esposito La Rossa, che ha scritto la sceneggiatura del corto, scrittore ed editore di successo della Marotta& Cafiero, condividono sogni e tanti progetti, sempre accomunati dal forte impegno sociale che li ha contraddistinti a Napoli e nel resto d’Italia. Le loro iniziative sono seguitissime, l’obiettivo è narrare anche un quartiere diverso, non solo quello restituito dalla cronaca.

Maddalena, te l’aspettavi questo Premio?

No, nemmeno nell’immaginario più bizzarro, mai mi sarei sognata di riceverlo. Debutto alla regia al Festival di Venezia, e dopo un anno arriva subito il Nastro d’Argento. Quando il produttore mi ha dato questa notizia pensavo di aver capito male. Pensavo sono talmente desiderosa che accada che mi fa immaginare di riceverlo? Quando mi sono resa conto che era la realtà, mi è sembrato tutto così meraviglioso... e ho postato la foto. Porterò il Premio nelle Vele, dove sono nata. Dedico questo premio ai miei allievi della “Scugnizzeria”.

È il coronamento di un successo che parte dalla casa editrice Marotta& Cafiero, da “la Scugnizzeria”, dalla scuola di Teatro, dall’impegno sociale. Insomma un meritato riconoscimento?

È un premio specifico rispetto al cinema, essendo stato selezionato tra tantissime opere, tra 180 corti, poi giunti tra i finalisti ed arrivati primi. È questa l’incredulità ma è anche il coronamento di tutto. Quando con Gianluca Arcopinto, il produttore del corto “Sufficiente”, e con il regista Vincenzo Marra creammo il corso di produzione cinematografica a La Scugnizzeria mai avrei immaginato che il frutto di quel lavoro potesse arrivare ai Nastri d’Argento.

La storia di “Sufficiente” rimanda a una narrazione, un contenuto universale delle periferie..

È vero, perché abbiamo raccontato la storia di Lucignolo, un ragazzo che indossa la maschera del bulletto. Ma è un ragazzo che non ha avuto opportunità, che non ha una famiglia diciamo “normale”. Questa è una storia vera, la sceneggiatura l'ha scritta Rosario ma è tratta da una storia vera..

Perché “Sufficiente”?

È la storia di un ragazzino pluribocciato, arriva all’esame di terza media e spera di riuscire a superare con tutto il cuore questa prova e di ricevere appunto “Sufficiente”. La sufficienza significa fare un passo avanti nella vita. Essendo figlio di un padre al 41bis, con una mamma che cerca di offrirgli qualche opportunità, lui sedicenne si ritrova in una classe di ragazzi più piccoli di lui. Ed invece di portare gli argomenti classici dell’esame, come le guerre mondiali, lui racconta la sua guerra quotidiana. Fa una sorta di sfida ai professori perché dimostra e racconta, in una delle visite scolastiche organizzata alla Cappella del Cristo Velato, cosa ha suscitato in lui quell’opera d’arte, tanto da volerne parlare in sede d’esame.

È anche la concentrazione dei valori etici e del forte impegno sociale e culturale...

Si sono storie del nostro territorio ma appunto diventano storie universali delle periferie del mondo.

Regista ma anche attrice, sei la protagonista...

Riuscire a fare le due cose mi è sembrato il giusto equilibrio tra l’attrice e la regista.

Quali sono i prossimi progetti?

Abbiamo ultimato la sceneggiatura di un nuovo corto che riguarda questa volta le donne. Mi piacerebbe raccontare la storia di ragazzi che vengono messo ai margini dai pregiudizi.