Al Teatro Sannazaro di Napoli, dal 23 al 25 novembre, si rivivrà il fascino della grande diva Sarah Bernhardt nell’interpretazione di Anna Bonaiuto, protagonista dello spettacolo “La Divina Sarah”, in scena con Gianluigi Fogacci, per la regia di Marco Carniti, tratto da Memoir di Sarah Bernhardt di John Murrell e adattato da Eric Emmanuel Schmitt, traduzione italiana diGiacomo Bottino. Una pièce che rappresenta un atto d’amore per una icona immortale che ha vissuto per l’arte, considerata una vera e propria diva anticonformista che, per prima, si impose sulla scena mondiale in abiti maschili. Una consacrazione per una donna che con le sue stravaganze ha rappresentato il primo esempio di divismo della storia dello spettacolo al femminile. La bravura e l’incontrastata interpretazione di Anna Bonaiuto indagheranno la profondità interiore e l’animo di questa celebrità che segnò la scena teatrale: «Sarah Bernhardt è un’artista senza tempo, o meglio, al di fuori del tempo – scrive il regista Marco Carniti – Un mito che riscrive il suo tumultuoso ed esilarante percorso di vita sulla pelle dello schiavo-servitore Pitou, obbligato a subire la sua rabbia quotidiana e che preso a capo espiatorio gli impone di interpretare i personaggi del racconto della sua vita: da Oscar Wilde a Bernad Shaw, al suo impresario, alla madre. Una partita a due dove il ritmo rapido e fortemente ironico delle battute e il continuo entrare e uscire dalla finzione teatrale compongono una partitura di assoluto divertimento. Un testo sarcastico dove il comico e il drammatico di alternano per la costruzione di una grande personalità d’artista, che ai nostri occhi, ci appare come una “Madonna” di altri tempi”». Il baratro del passato e le fragili consapevolezze dell’arrivo del nuovo secolo si fondono sulla scena per offrire al pubblico il suggestivo ritratto di quella attrice unica nel suo modo di essere, quel talento, «non a caso Mark Twain affermava: “Ci sono cinque tipologie di attrici le cattive, le passabili, le brave, le grandi e poi c’è… Sarah Bernhardt”». La produzione è del Teatro e Società srl. Il Teatro Sannazaro mette in scena la linea del contemporaneo ricerca prima con il debutto della settimana scorsa di “Squalificati”, scritto da Pere Riera, nella traduzione di Inés Rodríguez e Joan Neg, con Stefania Rocca, Andrea e Fabrizio Vona, e la regia di Luciano Melchionna, che ha segnato un successo strepitoso. Questa settimana invece rimarca la scena con “La Divina Sarah”. Lo spettacolo dunque continua e prende più forme drammaturgiche, dal classico al contemporaneo, nello storico Teatro Sannazaro, sito nel cuore di Chiaia e progettato nel 1847 dall’architetto Fausto Niccolini. Guai a fermare la produzione scenica, le rappresentazioni teatrali di un cartellone che coinvolge tante compagnie e che, mai come quest’anno, è ricco ed eterogeneo nel linguaggio e nel genere drammaturgico. Il claim che simboleggia la programmazione 2018/2019 è evocativo: “Tante linee..…un solo teatro”. E dunque il Sannazaro punta alla riscoperta dei grandi classici della tradizione partenopea al teatro contemporaneo nazionale, dalla linea “a volte ritornano”, disegnata per riproporre gli spettacoli più interessanti presenti nei cartelloni delle precedenti stagioni, alle nuove produzioni come Interiors, in dialogo con l’estero, dalla musica 2.0, alla rassegna di musica classica a cura della Associazione Scarlatti. Insomma nel solco di queste sapienti scelte di programmazione, è stato messo in scena, ad apertura di stagione, il “Masaniello” di Elvio Porta e Armando Pugliese che fu rappresentato nel 1974, con la regia di Lara Sansone e con la Compagnia di Luisa Conte, che ha avuto un acclamato successo di pubblico e di critica. Uno spettacolo che ha segnato la storia del teatro moderno, considerato rivoluzionario per quei tempi perché abolì ogni tipo di separazione fra protagonisti recitanti e interlocutori spettatori. “Un teatro attento alle novità ed in conversazione. Un luogo di cultura e di tutela – scrive Lara Sansone - dove la storia ed il contemporaneo possano confrontarsi ed interrogarsi a vicenda. Un luogo sinergico dove la città di Napoli possa incontrare la nazione e spingersi oltre”.  Si tratta di uno dei palcoscenici calcato dai più importanti nomi della scena teatrale, da Eleonora Duse ad Adelaide Negri-falconi, Ermete Novelli e tanti altri, e dove mossero i primi passi i Fratelli De Filippo. Ma il Teatro Sannazaro è anche così famoso perché, oltre alla memoria di una tradizione teatrale importante, racchiude nel contempo la storia di una famiglia associata alle scene da più generazioni. Oggi il testimone è affidato a Lara ed Ingrid Sansone, figlie di Brigida Veglia e nipoti dei popolarissimi attori, Luisa Conte e Nino Veglia. A questi due nomi cosi popolari si deve l’apertura del teatro e alla gestione di una famiglia che ha fatto epoca nel panorama teatrale non solo partenopeo. La storia del teatro e della popolare Luisa Conte, attrice preferita di Eduardo, la ricostruisce molto bene con dovizia di particolari e di aneddoti il critico Giulio Baffi in un articolo apparso recentemente sulle pagine de La Repubblica Napoli. La società che lo gestisce, come ormai è noto, è stata coinvolta in una vicenda giudiziaria per bancarotta fraudolenta i cui effetti avrebbero potuto gettare un'ombra sull’immagine stessa di un luogo e su chi per tanti anni ha continuato con tenacia a mantenere alta la vocazione iniziale e la tradizione familiare. Ed è per questa ulteriore ragione che lo spettacolo continua senza sosta. In ballo non è solo la reputazione di questa istituzione teatrale ma anche il lavoro di quanti sono impegnati nella organizzazione e nella messa in scena delle rappresentazioni, dai tecnici agli attrezzisti, dalle compagnie di attori ai registi, agli autori, agli scenografi, al pubblico sempre più numeroso perché il teatro negli ultimi anni si è via via profilato maggiormente alla ricerca di un pubblico sempre più eterogeneo. Il Sannazaro, infatti, quest’anno ha ricevuto il riconoscimento dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali quale Centro di Produzione Teatrale, entrando così a far parte del novero di realtà artistiche molto ristretto a livello nazionale, “non ha perso la sua vocazione iniziale, ma alla sua grande tradizione ha affiancato – scrive Lara Sansone -  anche una serie di proposte alternative, dinamiche per rispondere alle esigenze che il suo nuovo corso prevede e per avvicinarsi ad un pubblico diverso e restare al passo con i tempi”. Un’altra grande novità è rappresentata dall’apertura di una nuova sala, La Sartoria, un piccolo spazio del Teatro Sannazaro per circa cinquanta spettatori, il locale dove aveva sede la sartoria teatrale della compagnia di Luisa Conte, dove si potranno realizzare progetti di residenza creativa sulla drammaturgia contemporanea che si chiamerà appunto “Cantiere Sartoria” e dove si prevedono performance, prove aperte ed incontri con artisti.  Per il Teatro Sannazaro è iniziato un viaggio che da Napoli si sta declinando e proiettando verso l’Europa, verso nuovi linguaggi ed esperienze drammaturgiche, verso il disegno dunque di Tante linee.. …un solo teatro”.