Ed alla fine le tanto agognate elezioni suppletive per il Consiglio superiore della magistratura sono arrivate. I magistrati voteranno domenica e lunedì per eleggere due dei quattro togati della categoria dei pubblici ministeri. I due posti si erano resi vacanti dopo le dimissioni dei consiglieri Luigi Spina e Antonio Lepre, rimasti coinvolti nell “Palamaragate” che ha travolto il Csm lo scorso maggio. Uno tsunami causato dalla pubblicazione delle ormai celebri conversazioni, intercettate tramite il cellulare di Luca Palamara, fra parlamentari e consiglieri togati ed aventi ad oggetto la nomina del nuovo procuratore della Capitale. Il sistema elettorale, criticato da tutti, a partire dal vicepresidente del Csm David Ermini, come ricordato in una intervista al Dubbio questa settimana, è di tipo proporzionale puro, con un collegio unico nazionale. Per essere eletti bisogna prendere voti da Aosta a Trapani. Missione non facile. L’appoggio delle tanto vituperate correnti, anche se quasi tutti i sedici candidati hanno dichiarato di correre da indipendenti, è fondamentale.

Solo le correnti possono infatti garantire che il candidato sia conosciuto in tutti gli uffici giudiziari del Paese. Chi non ha problemi di conoscibilità è certamente il magistrato antimafia Nino Di Matteo. Tutti i sondaggi pronosticano per lui una vittoria a mani basse. Anche il pm del processo trattativa Stato- mafia ha preso le distanze da correnti e associazioni togate, pur avendo presieduto in passato la Giunta dell’Associazione nazionale magistrati di Palermo in quota Unicost, la corrente centrista delle toghe di cui Palamara, attualmente sospeso dal servizio, è stato per anni il leader indiscusso.

“L’appartenenza a una cordata è l’unico mezzo per fare carriera e avere tutela: è un criterio molto vicino alla mentalità e al metodo mafioso”, aveva detto Di Matteo presentando la propria candidatura ai colleghi. Di Matteo, però, non vuole vincere, vuole stravincere. In questi ultimi giorni di campagna elettorale i magistrati si sono visti recapitare una busta nominativa contenente una lettera firmata dal pm siciliano dove sono elencate le linee programmatiche del suo mandato una volta eletto a Palazzo dei Marescialli. Lo spoglio inizierà martedì in Cassazione, dopo che le schede saranno confluite a Roma da tutti i distretti di Corte d’Appello. A dicembre si replica. Nuove suppletive. Questa volta per eleggere un consigliere della categoria dei giudicanti.