Il presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelensky ha respinto nuovamente l'idea che il suo Paese ceda una porzione di territorio in nome della pace con la Russia. Zelensky ha criticato l'ex segretario di Stato americano Henry Kissinger per aver suggerito all'inizio della settimana che l'Ucraina cedesse alcuni territori alla Russia in nome della pace affermando che Kissinger «emerge dal profondo passato» e il suo «calendario non è il 2022, ma il 1938» e che «pensi di parlare a un pubblico non a Davos ma a Monaco di Baviera». «Dietro a tutte queste speculazioni geopolitiche di coloro che consigliano all'Ucraina di cedere qualcosa alla Russia, i "grandi geopolitici" sono sempre restii a vedere la gente comune», ha detto ancora il presidente ucraino. «Qualunque cosa faccia lo stato russo, c'è qualcuno che dice: teniamo conto dei suoi interessi - ha aggiunto in un video - Nonostante migliaia di missili russi abbiano colpito l'Ucraina. Nonostante le decine di migliaia di ucraini uccisi». Zelensky ha giurato che l'Ucraina combatterà «fino a quando non riconquisterà tutti i suoi territori» e nel suo ultimo discorso ha detto che «tutti coloro che difendono lo Stato stanno resistendo all'offensiva estremamente feroce delle truppe russe nell'est».

Guerra in Ucraina, parla il ministro degli Esteri di Kiev

L'Ucraina non cederà alcun suo territorio alla Russia aveva sottolineato ieri anche il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba. «Rispetto Henry Kissinger, ma apprezzo il fatto che non ricopra alcuna posizione ufficiale nell'Amministrazione statunitense. Ha la sua opinione, ma non siamo assolutamente d'accordo con essa», ha detto Kuleba al World Economic Forum. «Non è qualcosa che faremo», ha aggiunto il ministro, sottolineando che la politica di dialogo seguita da Kiev nei confronti della Russia «non ha mai funzionato e alla fine ci ha portato tutti alla più grande guerra in Europa dalla seconda guerra mondiale. Se ha fallito una volta, fallirà due volte». Poi l'accusa alla Nato di non fare «assolutamente nulla» contro l'invasione del suo Paese da parte russa. «Vediamo la Nato come un'alleanza, come un'istituzione messa da parte e che non fa assolutamente nulla», ha affermato Kuleba lodando al contrario l'Unione europea per aver preso decisioni «rivoluzionarie» a sostegno di Kiev. Quanto al piano di pace dell'Italia, «il ministro degli Esteri Luigi di Maio è un amico e quindi in linea di principio non ho niente contro qualcosa che viene proposto da un amico. Parlando politicamente voglio che capiate una cosa: noi diamo il benvenuto a ogni tipo di piano che non implichi la creazione di un'altra contact-line o che preveda concessioni ucraine sulla nostra sovranità. Siamo disposti a discutere di qualunque altra cosa». Per Kuleba «un piano che congeli la situazione attuale non verrà sostenuto dall'Ucraina". Anche Kiev, ha aggiunto, «ritiene necessario al 100% un cessato il fuoco e apprezziamo ogni sforzo diplomatico. Ma finora le decisioni del Cremlino sono focalizzate sulla guerra non sulla diplomazia».

La replica del Cremlino

«E' difficile valutare queste parole come costruttive». Si è espresso così il vice ministro degli Esteri russo, Andrey Rudenko, dopo le parole del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. «Mi piacerebbe ricordare che l'Ucraina ha partecipato attivamente ai negoziati dal primo giorno dell'operazione militare speciale (dall'invasione russa del 24 febbraio) e non ha posto condizioni - ha detto Rudenko, secondo quanto riporta l'agenzia Interfax - Se ora pone condizioni ci fa dubitare della sincerità del suo desiderio di trovare una soluzione pacifica». I colloqui sullo scambio di prigionieri tra Mosca e Kiev saranno possibili solo dopo il processo ai militari ucraini arresi, aggiunto il vice ministro degli Esteri russo. «Valuteremo questa possibilità dopo che coloro che si sono arresi saranno adeguatamente condannati, sarà emessa una sentenza, quindi potrebbero esserci altri passaggi. Prima di allora, tutti i discorsi sullo scambio sono prematuri», ha detto Rudenko.