Bologna ha riabbracciato Patrick Zaki, lo studente dell'Alma Mater Studiorum tornato in Italia dopo tre anni di carcere in Egitto. Il 32enne attivista egiziano ha annunciato che tornerà nel capoluogo emiliano per viverci e ha ribadito che continuerà la sua attività di difensore dei diritti umani.

Poi ha chiesto "giustizia per Giulio Regeni" e "per le tante persone ancora in prigione in Egitto che", ha rimarcato, "meritano come me la grazia". "Finalmente sono qui, è un sogno che si avvera dopo tutti questi anni. Bologna è la mia seconda casa: ho goduto di molto sostegno, ho visto questo sostegno in tre anni e si è visto anche al Cairo", ha sottolineato Zaki, che ha rinnovato il ringraziamento alle "autorità italiane ed egiziane, le Ong, la società civile. I vertici dello Stato italiano fino alla presidente del Consiglio".

Poi un pensiero a quanti sono ancora nelle carceri del suo Paese: "La mia è stata una storia di successo, ma in Egitto ci sono ancora centinaia di persone in prigione, chiediamo che vengano rilasciate. Meritano la grazia presidenziale come me". In serata l'arrivo all'università insieme al rettore Giovanni Molari e alla sua insegnante Rita Monticelli che sono andati a prenderlo in automobile all'aeroporto di Milano Malpensa. Molari gli ha consegnato la pergamena di laurea in Studi di genere che a inizio mese ha conseguito dall'Egitto online, poi lo ha esortato a "mantenere la sua indipendenza" e a "non farsi tirare per la giacchetta".

Zaki, accompagnato dalla fidanzata e dalla sorella ha poi raggiunto piazza Maggiore, dove è stato accolto dal sindaco, Matteo Lepore. E' salito sul palco e, visibilmente emozionato, ha ringraziato i bolognesi: "Le persone che sono ora di fronte a me sono la vera ragione della mia libertà", ha scandito. A centinaia hanno affollato la piazza per salutarlo, tra cui in prima fila la segretaria del Pd, Elly Schlein. "Come tutti i cittadini e le cittadine bolognesi avevo piacere di venire ad ascoltare il saluto di Patrick in questa piazza importante", ha spiegato, "la prima in cui ci siamo mobilitati il giorno stesso in cui è stato arrestato, con l'emozione di vederlo nella stessa piazza dove tante volte siamo stati per chiedere la sua liberazione". Il sindaco ha sottolineato che "Bologna non lascia indietro nessuno è un luogo di libertà e diritti e Patrick è l'esempio che credere in una comunità può cambiare il mondo".