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Sono serviti ben undicimila uomini della Guardia Nazionale Bolivariana per riprendere il controllo del penitenziario di Tocoron, nella zona centro occidentale del Venezuela. A tanto infatti è arrivato il governo (coinvolgendo il Ministero dell'Interno, della Giustizia e della Pace, il Ministero del Servizio Penitenziario e le Forze Armate) per sgomberare quella che non era più una prigione ma un hotel per i capibanda che controllano il traffico di stupefacenti.
Non si è trattato di una rivolta da reprimere con la forza, bensì di un'operazione per smantellare la base, a tutti gli effetti, della gang Tren de Aragua, una delle più potenti del paese e con ramificazioni anche a livello internazionale. Tocoron dunque era il quartier generale dove i narcos vivevano insieme alle loro famiglie e moltissimi affiliati.
All'interno, dopo l'ingresso dei soldati, sono stati rinvenuti molto oggetti e generi di conforto. I giornalisti hanno potuto testimoniare il ritrovamento di motociclette, televisori, condizionatori d'aria e microonde, trasportati dagli agenti fuori dalla prigione. Il cartello di Tren de Aragua aveva di fatto spodestato qualsiasi autorità carceraria, probabilmente anche grazie al livello di corruzione dei funzionari e alla loro complicità.
Solo così si spiega che i detenuti, o meglio gli ospiti, vivessero nella struttura potendo usufruire anche di sale da gioco, una piscina e uno zoo dove soggiornavano i loro animali, un ristorante e persino una banca. Lo stesso discorso vale per i parenti che si trovavano con loro, non una misura progressista ma chiaramente imposta con la forza. Ora si è arrivati al paradosso che in molti sono rimasti senza un abitazione.
In realtà la situazione a Tocoron andava avanti da diversi anni come ha raccontato il coordinatore generale dell'Ong, Una Ventana a la Libertad, Carlos Nieto. Il controllo della prigione infatti era nelle mani dei detenuti da almeno un decennio, a capo di tutto il leader della banda soprannominato Il bambino Guerrero, cioè Hector Guerrero Flores, che stava scontando una condanna a 17 anni. Quest'ultimo poteva muoversi a suo piacimento sia all'interno ma anche all'esterno del carcere.
Secondo un'inchiesta della giornalista venezuelana Ronna Risquez, la gang dei narcos conta su almeno cinquemila membri. È coinvolta in rapimenti, rapine, naturalmente traffico di droga, prostituzione ed estorsione. Tren de Aragua pare anche collegata all'estrazione illegale dell'oro. A fare la fortuna dei criminali è stata la crisi economica e politica del Venezuela che ha creato zone franche dove hanno potuto espandere le operazioni illegali fino a influenzare almeno altri otto paesi dell'America Latina.
Il presidente Nicolas Maduro ha elogiato enfaticamente lo sgombero della prigione come un grande successo nella lotta contro le organizzazioni criminali. Mentre il ministro dell'Interno Remigio Ceballos ha reso noto che i detenuti sarebbero stati trasferiti in un'altra struttura. A quanto pare, anche se non si hanno notizie certe, alcuni detenuti sarebbero fuggiti approfittando della confusione scaturita dall'ingresso delle forze di sicurezza, per questo motivo il governo ha annunciato una seconda fase per la ricerca e cattura di criminali latitanti.
Le autorità venezuelane hanno dichiarato che la prigione di Tocorón passerà attraverso un processo di ristrutturazione e che i diritti umani dei prigionieri saranno garantiti, attraverso la supervisione di una squadra specializzata delle istituzioni venezuelane. Tocoron, come altre strutture, era sovraffollata per oltre il 50%, secondo l'Osservatorio venezuelano delle carceri, c'erano tra i 1500 e i 2500 detenuti anche se, la struttura aveva una capacità di 750 posti. L'organizzazione non governativa stima che ci siano 32mila persone private della libertà nelle carceri venezuelane, che al massimo ne potrebbero ospitare 21mila.