Si chiude oggi a Foggia il 24^ congresso nazionale dell’Aiga, l’Associazione italiana giovani avvocati. “Youth Strategy. Oltre il giovanilismo, saper cambiare, saper fare”, è stato il tema scelto per questi tre giorni di dibattiti e workshop che hanno visto la partecipazione, oltre che dei delegati, di politici nazionali, magistrati, componenti del Csm. Mille circa i partecipanti da tutta Italia in un città, Foggia, che si segnala, come affermato dal consigliere laico del Csm Antonio Leone, «per l’irrisolutezza dell’ 80% dei delitti e per il grave fenomeno delle mafie garganiche». Ieri c’è stata l’attesa tavola rotonda sul tema “I giovani avvocati precursori del metodo per il buongoverno” e ed il dibattito su “Ricambio generazionale e arte di governare innovando”.

Questa mattina è previsto l’intervento del presidente uscente, l’avvocato Michele Vaira, che traccerà un bilancio del suo mandato e dei positivi risultati ottenuti. L’evento, va ricordato, cade in un momento di grande cambiamento per l’avvocatura italiana. A parte gli interventi di natura legislativa, come ad esempio il completamento della riforma forense, il periodo attuale è stato segnato da notevoli difficoltà per gli avvocati. I redditi medi dei legali, negli ultimi dieci anni, hanno registrato un calo di circa il 30- 40%. Segno della crisi generale che ha investito il Paese, ma anche che è ve- nuto il momento di rivedere i criteri generali di accesso all’avvocatura. Come infatti ha dichiarato Vaira, «è necessario tornare a discutere di accesso programmato, sia all’università che alla professione forense». Ed in questa riflessione generale il ruolo delle nuove generazioni sarà fondamentale. Non va dimenticato che la realtà con cui il giovane avvocato si approccia adesso è molto diversa da quella di un tempo. E’ fondamentale sapersi adeguare al cambiamento per non farsi trovare impreparati.

Ma come? «Il processo delle specializzazioni è irrinunciabile. C’è bisogno di avvocati preparati e competenti, visto che la complessità dei fenomeni non può essere affrontata con l’improvvisazione», ha aggiunto Vaira. Poi non bisogna aver paura di pronunciare la parola «merito». «Il sistema giustizia – ha proseguito Vaira – non può fare a meno di professionisti capaci e competenti». Oltre ad una crescita professionale, non bisogna trascurare l’importante tema dei diritti. A Vaira fa piacere a tal riguardo ricordare che iniziò la professione forense visitando le carceri e occupandosi di detenuti, i soggetti più deboli di tutto sistema giustizia. Nel pomeriggio, dopo la discussione delle varie mozioni, è prevista quindi l’elezione del nuovo presidente nazionale. Tre gli aspiranti a succedere a Varia: Walter Mauriello del foro Avellino, Alfredo Maria Serra del foro di Napoli e Alberto Vermiglio del foro di Messina. Chi sarà eletto resterà in carica per il prossimo biennio.