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La svolta storica degli Stati Uniti sui brevetti dei vaccini anti-Covid apre uno scenario ricco di possibili sviluppi, ma preoccupa le Big Pharma che la considerano un pericoloso precedente, che non risolverebbe il problema della mancanza di dosi. Il ceo della multinazionale farmaceutica americana Pfizer Albert Bourla ha detto di non essere «per niente» d’accordo alla revoca temporanea dei brevetti sui vaccini contro il covid negli Stati Uniti, come ha proposto il Presidente Joe Biden. La Pfizer ha prodotto e commercializzato, insieme all’azienda tedesca BioNTech che l’aveva sviluppato, il primo vaccino contro il covid approvato in Occidente. Dura anche la reazione di Farmindustria, che in una nota scrive: «I vaccini contro il Covid 19 sono arrivati con tanta celerità grazie anche alla proprietà intellettuale. Senza, infatti, la spinta dei brevetti alla ricerca e alla produzione, oggi non potremmo beneficiare di questi strumenti, fondamentali per superare la crisi pandemica e ritornare a una vita normale. Ecco perché sorprendono e preoccupano le dichiarazioni e le iniziative internazionali volte a ridurne o ad annullarne la tutela. Iniziative che - dicerto - non risolvono il problema di avere subito più vaccini». Anche il governo tedesco di Angela Merkel ha sottolineato l’importanza di mantenere i brevetti intatti. «Il suggerimento degli Stati Uniti di revocare la protezione dei brevetti per i vaccini Covid-19 ha implicazioni significative per la produzione dei vaccini nel suo complesso», ha affermato una portavoce dell’esecutivo di Berlino, sottolineando che «la protezione della proprietà intellettuale è una fonte di innovazione e deve rimanere tale nel futuro». Il settore farmaceutico è convinto che la sospensione dei brevetti non sia la panacea, come ha detto chiaramente l’azienda farmaceutica tedesca, il cui laboratorio è all’origine del vaccino Pfizer, la BioNTech: «Non sono i brevetti a frenare la produzione». Per il settore produttivo liberalizzare temporaneamente i brevetti non migliorerà l’offerta perché la capacità produttiva mondiale è già al limite e le stesse aziende hanno firmato tra loro più di 260 accordi (le cosiddette licenze volontarie) per aumentarla (i dati sono della Duke University). Per ora Johnson & Johnson e Moderna non hanno reagito, ma mercoledì a Wall Street hanno registrato consistenti perdite in Borsa. E la Federazione internazionale dell’industria farmaceutica ha liquidato la proposta come «deludente»: «La sospensione è la risposta semplice ma falsa a un problema complesso». A sentire le case farmaceutiche, in questo momento eliminare i brevetti sui vaccini anti Covid o imporre una loro sospensione non consentirebbe di avere nemmeno una sola dose in più: il problema -dicono- sono il "know how" e le materie prime. Stephen Ubl, presidente della federazione americana, ha sottolineato che una decisione in tal senso potrebbe «indebolire ulteriormente le filiere già tese e favorire la proliferazione di vaccini contraffatti». L’Oms da parte sua ha definito l'apertura di Biden una «svolta epocale». «Ho letto con interesse la dichiarazione rilasciata ieri della rappresentante Usa per il commercio, Katherine Tai, e accolgo con grande favore la sua disponibilità di impegnarsi con i sostenitori di una rinuncia temporanea all’Accordo Trips (trattato internazionale per la tutela della proprietà intelletuale, ndr) per aiutare a combattere la pandemia Covid-19», ha commentato in una nota la direttrice generale della World trade organization (Wto), Ngozi Okonjo-Iweala. «Come ho detto ieri al Consiglio Generale, dobbiamo dare - ha aggiunto Okonjo-Iweala - una risposta urgente al Covid-19 perché il mondo sta guardando e le persone stanno morendo. Sono lieta che i fautori stiano preparando una revisione della loro proposta e li esorto a metterla sul tavolo il prima possibile in modo che possano iniziare i negoziati basati sul testo. È solo sedendosi insieme che troveremo una via pragmatica - accettabile per tutti i membri - che migliori l’accesso dei Paesi in via di sviluppo ai vaccini proteggendo e sostenendo la ricerca e l’innovazione così vitali per la produzione di questi vaccini salvavita».