I russi non si limitano alle armi convenzionali, con le quali combattono per conquistare Severodonetsk e per distruggere obiettivi militari anche in altre zone dell’Ucraina, ma utilizzano nella guerra per controllare l’Est del Paese anche armi psicologiche. Come riporta l’americano Institute for the study of war, messaggi sui telefoni personali dei militari ucraini li invitano ad abbandonare le armi ed arrendersi o a disertare e fuggire in Russia. Attraverso sms, ma anche messaggi sui social più utilizzati dai giovani soldati: Telegram, Viber, Signal e WhatsApp, la Russia utilizza le informazioni sulla posizione di ogni militare per meglio mirare le minacce, personali o dirette alle rispettive famiglie. Mentre a Severodonetsk continuano i combattimenti nelle zone industriali ancora controllate dagli ucraini, il governatore di Lugansk Sergiy Gaidai si dice convinto che «se ottenessimo rapidamente armi occidentali a lungo raggio, inizierebbe un duello di artiglieria, l’Unione sovietica perderebbe a ovest e i nostri difensori sarebbero in grado di ripulire Severdonetsk in due o tre giorni».
Il punto sul campo
Intanto, secondo l’intelligence della Difesa britannica, nelle ultime 48 ore le forze russe schierate ad Est hanno aumentato gli sforzi per avanzare a sud di Izyum dove si erano «bloccati ad aprile, dopo che le forze ucraine avevano fatto buon uso del terreno per rallentare l’avanzata russa». Secondo questa analisi, «La Russia probabilmente cerca di riguadagnare slancio in quest’area per esercitare ulteriore pressione su Severdonetsk e per avere la possibilità di avanzare più in profondità nell’oblast di Donetsk». Oltre a proseguire la battaglia per conquistare la città, però, l’ISW sottolinea che i russi cercano contemporaneamente di aggirare le posizioni ucraine nella regione per evitare la necessità di effettuare l’attraversamento del fiume Siversky Donets; ancora, proseguono le operazioni intorno a Sviatohirsk e a ovest di Lyman per collegarsi alle operazioni a sud-est di Izyum e dirigersi verso Slovyansk. Nell’oblast di Kherson, si intensifica la risposta al contrattacco ucraino, mentre nell’area di Zaporizhzhia gli attacchi sono concentrati vicino al confine con quello di Donetsk, per rafforzare il controllo dell’autostrada fra Vasylivka-Orikhiv e Huliapole e sostenere le operazioni nel nord-est di Zaporizhshia. Il ministero della Difesa di Mosca ha poi annunciato di avere distrutto un centro di addestramento per combattenti stranieri, definiti dai russi «mercenari». Infine, Kiev ha confermato la stima, anticipata nei giorni scorsi dal presidente Volodymyr Zelensky, sui soldati ucraini che muoiono in battaglia: sono fino a 100 ogni giorno, e circa 500 i feriti.
Pena capitale per due cittadini britannici catturati dalle milizie filo russe
Sono stati condannati a morte i due cittadini britannici, Aiden Aslin e Shaun Pinner, catturati dalle milizie filo russe ad aprile mentre combattevano insieme ai soldati ucraini a Mariupol. Lo ha deciso la "Corte suprema" dell’autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk, che li ha riconosciuti colpevoli di «terrorismo» per aver combattuto come «mercenari». Pena capitale anche per il detenuto marocchino Ibrahim Saadun. Il processo, che si è svolto a porte chiuse, era iniziato martedì. Aslin, 28 anni di Newark, e Pinner, 48 anni di Watford, si sono difesi affermando di essere soldati dell’esercito regolare ucraino e rivendicando quindi il diritto di venire trattati come prigionieri di guerra in base a quanto prevede la Convenzione di Ginevra. Gli analisti hanno già parlato di «processo farsa» per «crimini inventati», finalizzato piuttosto a fare pressione sulla Gran Bretagna e a chiedere uno scambio di prigionieri con soldati russi accusati di aver commesso crimini di guerra in Ucraina.